SPALLE AL MURO
I dirigenti hanno incassato malissimo la presa di posizione del tecnico di Nemorus. Anche perché la Roma, in piena campagna abbonamenti, viene sminuita proprio da Rudi. Che prepara la piazza a nuove cessioni più che a possibili successi. Per il francese il gap con la Juve aumenterà, perché Agnelli potrà contare sugli introiti della Champions (arrivando in finale, incassati quasi 100 milioni) e Pallotta, invece, dovrà rispettare il fair play finanziario. «Da quando sono arrivato mi è stato detto che prima di comprare bisogna vendere» la frase che più ha dato fastidio al management del club giallorosso.
AUT AUT PERICOLOSO
Garcia, con parole che hanno ovviamente lasciato il segno, ha invitato la proprietà a uscire allo scoperto. Per non illudere più i tifosi. Non ha voluto rompere. Ha solo preteso chiarezza. Non per lui che, a quanto pare, è informato da tempo sulle strategie, ma per la gente. Lo ha fatto adesso, perché sa che giovedì incontrerà Pallotta a Londra. E il presidente avrà la possibilità di dettare le linee guida per la nuova stagione. Il francese si augura che la proprietà possa garantirgli investimenti di primo piano. Ci spera, ma non ci crede. Ecco perché ha parlato in anticipo. Per convincere, comunque, Pallotta a essere sincero con la tifoseria. Anche a costo di ammettere di rinviare per ora ogni sogno. Ogni vittoria, in Italia e in Europa.
TIFOSI PERPLESSI
La gente, per tutta la giornata, si è chiesta che cosa abbia spinto Garcia a presentare il conto ai dirigenti. Se lo ha fatto perché dietro un altro club: difficile. O perché è intenzionato semplicemente a divorziare: complicato. La seconda ipotesi può lievitare solo se il francese non avrà garanzie tecniche da Pallotta. Che per esonerarlo dovrebbe però buttare al vento circa 17 milioni lordi. Rudi è sotto contratto per altri 3 anni. Di sicuro la situazione è deflagrata. Nonostante il secondo posto che vale oro per Garcia (risultato sportivo) e per il futuro della Roma (solidità del club). La frattura è da ricomporre, però, in fretta. In passato Capello (proprio da giallorosso), l’anno scorso Conte (da juventino) usarono concetti simili. Denunciando la non competitività delle rispettive squadre. Finì per entrambi allo stesso modo (anche se con tempistica diversa). Con la separazione. Che nessuno può ormai escludere a priori.
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