La partita l'ha vinta come al solito la Roma. Ma è stata solamente un contorno alla festa giallorossa. Vabbè, partiamo dalla partita: l'ultima in casa, contro l'Inter, è finita 2-1 per la squadra di Spugna, che ribalta il vantaggio iniziale di Chawinga con le reti di Bartoli e di Roman Haug, arrivata al minuto 93, con quella che è la specialità della casa: il colpo di testa. Una rete bellissima, in tuffo, su assist della solita Haavi che pennella un cross in mezzo dove la compagna di nazionale si lancia in anticipo e la mette lì, proprio sul secondo palo, dove Durante non può farci proprio nulla. Una Roma che di perdere proprio non ci sta - le reti sono arrivate tutte nella ripresa - e che adesso è attesa dall'ultimo match di campionato contro la Juventus in trasferta prima della finale di Coppa Italia, sempre contro le bianconere di Montemurro, in programma il prossimo 4 giugno a Salerno. Poi sarà meritato rompete le righe.
LA FESTA
Della partita onestamente è importato poco a tutti. L'attesa era per la festa dopo, quella dello scudetto, il primo storico giallorosso. Il piatto lo ha alzato il cielo capitan Bartoli, proprio lei che contro la Fiorentina ha messo il timbro: è stata proprio la romana a segnare la rete che ha dato l'aritmetica a questa squadra costruita da Bavagnoli insieme al diesse Migliorati e al direttore operativo Staglianò. Un trio che ha portato in poco tempo la Roma a conquistare il tricolore. Da quel momento in poi al Tre Fontane, dopo la festa istituzionale, è partita quella del club. Davanti a Lina Souloukou, Ceo giallorossa, che timbra la sua seconda presenza all'Eur, davanti a Rosella Sensi, alla cantante Noemi e Marco Conidi. Inoltre, sulle tribune del Tre Fontane, c'era anche una piccola rappresentanza della squadra Atletico Diritti, formata da detenute della Casa Circondariale di Rebibbia.