IL CONFRONTO
A conti fatti, finora ha dato quello che doveva dare. E in tema di gol si è addirittura superato. Al punto che ieri ha agganciato il suo idolo Sinisa Mihajlovic (8 centri con la Lazio nella stagione 1998-99) in testa alla classifica all time dei difensori stranieri a segno nel nostro campionato. E pensare che la partita contro il Cagliari per lui poteva essere una sorta di trabocchetto, visto che dall’altra parte della barricata c’era Luca Pellegrini, indicato un po’ da tutti come l’esterno sinistro della Roma del futuro. Il confronto, in realtà, è stato impietoso, con il serbo stravincitore della sfida a distanza. E non soltanto per il gol che ha blindato il risultato finale. Pellegrini ha talento, ma deve ancora crescere parecchio; Kolarov è cresciuto abbastanza, ma - se sta bene - ancora se la comanda in scioltezza. Questo non vuol dire che il serbo deve essere una delle basi su cui fondare la Roma del futuro, ma di certo non va buttato senza pensarci troppo nel secchio dell’immondizia. Non si può pensare di progettare la nuova Roma partendo da un ragazzo che a novembre compirà 34 anni (contratto in scadenza nel 2020, come Dzeko), ma non si deve neppure dare troppo retta alla carta d’identità. Specie se l’età, come nel suo caso, è semplicemente una bugia.
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