Roma, Baldissoni: «Occupiamoci degli errori della squadra, non di quelli dell’arbitro»

Roma, Baldissoni: «Occupiamoci degli errori della squadra, non di quelli dell’arbitro»
di Gianluca Lengua
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Venerdì 4 Maggio 2018, 15:10 - Ultimo aggiornamento: 15:13
Il direttore generale della Roma Mauro Baldissoni getta acqua sul fuoco acceso dal presidente Pallotta. Nell’immediato post Roma-Liverpool, il presidente giallorosso ha invocato l’uso della Var anche in campo europeo, ammonendo la Uefa e il direttore di gara Skomina per le scelte sbagliate in occasione della partita all’Olimpico: «Nel post partita gli sarà scappata qualche parola colorita frutto della frustrazione del momento», ha detto Baldissoni intervistato a Sky Sport. Il dirigente, poi, ha precisato il pensiero del club: «Noi non volevamo mancare di rispetto a nessuno. Dobbiamo occuparci dei nostri errori e non di quelli dell’arbitro. Dobbiamo pensare a gestire la società, l’allenatore e i giocatori. I nostri calciatori hanno fatto degli errori quando erano in campo e dobbiamo occuparci di quello che sono causa della nostra sconfitta e non degli errori dell’arbitro, che se ci sono conosciuti in primis dal direttore di gara stesso. Il rispetto non deve mancare altrimenti non possiamo continuare a giocare». 

SODDISFAZIONE CHAMPIONS
La semifinale di Champions è un traguardo inaspettato per il club che ha guadagnato circa 100 milioni dal suo percorso in campo internazionale, assicurandosi un futuro roseo e un mercato più prospero: «C’è rammarico, quando ci si gioca fino all’ultimo la possibilità di una finale bisogna giocare pensando di meritarla. Il Liverpool era una squadra alla nostra portata visto il risultato, ma non possiamo ignorare il percorso di questa squadra. Questo è il quarto anno che ci qualifichiamo per la Champions e questi eventi come ieri sera costituiscono le pietre miliari che ti consentono di capire dove sei arrivato. Secondo noi stabilisce quello che sarà il nostro nuovo punto di partenza, pensare di poter competere con la consapevolezza di giocare non da vittime sacrificali o ospiti ma con l’atteggiamento di chi ritiene di meritare il turno successivo. I tifosi? C’è necessità di sciogliere questa patina di inevitabile pessimismo. Quello che vogliamo sognare bisogna capire che si può raggiungere e questo dà una diversa leggerezza anche nei rapporti con la società».
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