Pjanic: «Difficilissimo trovare l'erede di Totti.
Io andar via? Voglio vincere qui?»

Pjanic: «Difficilissimo trovare l'erede di Totti. Io andar via? Voglio vincere qui?»
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Mercoledì 15 Ottobre 2014, 20:29 - Ultimo aggiornamento: 16 Ottobre, 12:46
«Come posso essere l'erede di Totti? Tutti sognano di essere l'erede di Totti ma non è facile. Totti è Totti, è qualcosa di più del solo calcio. Ha fatto la storia del calcio italiano, è una leggenda. È bellissimo il fatto che non abbia mai cambiato maglia». Il centrocampista della Roma, Miralem Pjanic, si inchina di fronte al suo capitano, a 38 anni ancora leader della squadra giallorossa.



Il 24enne bosniaco spera di ricalcare in parte le orme di Totti, rimanendo il più possibile nella Roma, una squadra nella quale si identifica dopo tre anni di militanza. «Il calcio è cambiato e a volte sono le società ad aver bisogno di soldi, non è sempre il calciatore che decide di andar via. Io ho avuto l'opportunità di partire, però mi sento così bene che, mi chiedo, perché devo andar via se amo questa squadra, se amo questa città e voglio vincere qui?».



Pjanic elogia anche il tecnico Rudi Garcia. « Con lui noi giocatori abbiamo le idee molto chiare. Sappiamo come vuole che giochiamo. Siamo molto forti tatticamente, equilibrati. Sappiamo i compiti di tutti, e se uno non è al suo posto c'è qualcun altro che lo copre, ci battiamo l'uno per l'altro, corriamo, diamo una mano a quello che magari è meno in forma. È tutta la squadra che fa la differenza, e questo è lo spirito che il mister ha portato con sé».



Con Garcia, l'ex giocatore del Lione è migliorato sotto tutti i punti di vista, anche quello difensivo. «Noi facciamo quello che chiede l'allenatore e lui vuole che recuperiamo la palla subito e dopo la linea degli attaccanti ci siamo noi centrocampisti».



Pjanic invece ha avuto un rapporto difficile con Zdenek Zeman nella stagione 2012-2013. «Secondo me è un bravo allenatore. Forse però voleva un certo tipo di giocatori che non aveva qui. Forse dovevamo giocare in un'altra maniera, perché i giocatori a disposizione facevano un altro tipo di gioco. Lui chiede spesso ai centrocampisti di buttare la palla in avanti, di verticalizzare, sempre. A me piace giocarla come la sento io. Come mi chiede il mister adesso: Fai quello che senti perché tu sei quello che decide, tu devi fare il tuo gioco. Questo mi dice Garcia oggi. È completamente diverso».
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