Petkovic rivede il suo percorso alla Lazio:
«Pioli sta vivendo quello che ho vissuto io»

Petkovic rivede il suo percorso alla Lazio: «Pioli sta vivendo quello che ho vissuto io»
di Alberto Abbate
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Lunedì 7 Dicembre 2015, 09:29 - Ultimo aggiornamento: 11:46
Dalla Svizzera non manda certo cioccolatini: «Quello che sta succedendo a Pioli è lo specchio di ciò che ho vissuto io alla Lazio e non voglio dire altro», tuona Petkovic. Eroe del 26 maggio, improvvisamente capro espiatorio alla fine del 2013. La storia si ripete, nei numeri, nelle situazioni, appena due anni dopo. Lo spogliatoio allo sbando, il tecnico in confusione, la società col pollice quasi verso. Pioli come Vlado, forse verrà sollevato dall'incarico e sbarcherà un altro per trascinare la Lazio in lidi più sicuro. Poi magari diventerà la rivelazione della prossima stagione. Fino a quando, anche il nuovo mister (al momento X), non si trasformerà in un cretino da mandare a casa. La storia dovrebbe insegnare, invece la società sembra troppo piena di sé per imparare dagli errori. E 25 giocatori sono tanti da cacciare.

Pioli dunque rimane in agonia per altre due partite, proprio come accadde a Petkovic prima di Natale: se Stefano da Parma dovesse fare solo 1-2 punti o addirittura zero contro Samp e Inter, la sua panchina sprofonderebbe. Basti pensare che, con una “misera” vittoria in più, Pioli supererebbe di appena 2 lunghezze l'ultima guida tecnica sostituita: Petkovic, con 20 punti in 17 giornate. Quella Lazio avrebbe chiuso la stagione al nono posto, con 36 punti conquistati nel girone di ritorno da Reja.

SOMIGLIANZE PERICOLOSE
Una questione di tempo, in questo caso di ricordi, che tornano a ronzare. Anzi oggi fanno sempre più baccano a Formello. Alla quindicesima giornata Petkovic aveva con sé 17 punti, 19 gol fatti e 22 subiti. Pioli ne ha incassati 2 in più (24) e ne ha solo 17 all'attivo. La somiglianza delle statistiche è quasi inquietante. Persino in Europa League: Vlado era riuscito alla prima stagione ad accedere ai sedicesimi col primato nel girone, ma anche l'anno successivo centrò il passaggio lasciando in mano la sfida al Ludogorets a Reja. Pioli giovedì sigillerà la qualificazione col Saint-Etienne, ma poi potrebbe comunque dire addio.

Non certo abbandonare: «Non ci penso proprio a dimettermi», ha assicurato venerdì sera, dopo il ko con la Juve. Le stesse parole pronunciate da Petkovic, nella stessa giornata, dopo la debacle col Napoli (4-2). Il turno successivo avrebbe perso anche col Toro e allora Lotito trovò l'escamotage nei rumors provenienti dalla Svizzera: «Io ho vissuto un tradimento vero. Avevo persino offerto a Petkovic due volte il rinnovo, prima e dopo la Coppa Italia. Adesso capisco i suoi rifiuti, era già d'accordo con la Federazione per diventare ct. Gli avevo chiesto se fossero vere le voci sulla Nazionale e mi aveva risposto che erano inventati e fantasiosi. Invece i fatti dicono il contrario. Lo avrei tenuto pure dopo Verona. Ma lui il sabato prima, aveva già svuotato il suo armadietto, senza che io lo volessi cacciare». Licenziato per «giusta causa».

REPLAY
L'esonero di Pioli costringerebbe Lotito a dover pagare altri due anni di stipendio al tecnico. Il caso Petkovic docet, visto che la vicenda Petkovic si sta trascinando ormai da un anno e mezzo e sta pesando anche sulle prossime scelte. La Lazio sa da tempo d'essere destinata a soccombere (lo scrive anche sul bilancio), per questo sta cercando di trovare un accordo per una buonuscita inferiore al milione richiesto (anche dai collaboratori Rongoni e Manicone), per «danni morali e d'immagine» oltre che per i mesi rimanenti d'ingaggio. Lotito, in prima persona al tribunale di Tivoli, sperava di sborsare “solo” trecentomila euro, ma invece resta appeso alla prossima udienza del 23 dicembre.

In questo stesso periodo nel 2013 assicurava che lo spogliatoio fosse intorno a Petkovic, salvo poi sfogarsi in conferenza ai saluti: «Mandava in confusione la squadra e snaturava i ruoli senza dare gerarchie legate al merito. Sono dovuto intervenire 7 volte in prima persona. Deve ringraziare me se ha vinto la Coppa Italia. Adesso la squadra ha accolto benissimo l'arrivo di Reja. Il che dice tutto». Stavolta chi sarà il nuovo Messia-martire? Siete dentro un replay.