Roma, c'è l'Ajax: il sorteggio non fa sorridere

Roma, c'è l'Ajax: il sorteggio non fa sorridere
di Ugo Trani
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Sabato 20 Marzo 2021, 07:35 - Ultimo aggiornamento: 10:15

Sono appena 4 lettere, sufficienti a capire come è andata nella pesca in Svizzera ai quarti di Euroleague. Anche se non ha più il timbro dell’Arancia Meccanica, la nazionale oranje che spopolò all’alba degli anni 70 proprio con il nucleo storico del club di Amsterdam e con il profeta del gol Cruyjff (3 successi in Coppacampioni di fila), il dna rimane lo stesso. Schivate le inglesi, lo United e l’Arsenal, alla Roma è toccata l’ultima big rintracciabile nell’urna di Nyon: il francese Clichy, al 3° tentativo, ha covato la pallina più calda tra quelle rimaste: dentro l’Ajax, subito accoppiato al club dei Friedkin. Che fa bene a non dare peso all’eliminazione dei lancieri (nello stemma Aiace con l’elmo) nella fase a gironi di Champions, certificata dall’Atalanta (2-2 a Bergamo e 0-1 in casa), prima di battere il Lille nei sedicesimi e lo Young Boy negli ottavi di Europa League. Basta il palmarés per rendersi conto di chi ha di fronte la squadra di Fonseca nelle partite dell’8 (andata in trasferta) e 15 aprile (ritorno all’Olimpico): in 121 anni di storia, all’estero 3 Coppe dei Campioni, 1 Champions, 1 Coppa Uefa, 1 Coppa delle Coppe, 1 Supercoppa Europea, 2 Intercontinentali; sul loro territorio, 34 campionati, 19 Coppe d’Olanda e 9 Supercoppe dei Paesi Bassi. Come se non bastasse, se i giallorossi dovessero passare il turno, in semifinale la vincente della sfida tra il Granada e il Manchester United.
SEMPRE AL TOP
Non è l’Ajax di 2 anni fa, quello che buttò fuori la Juve ai quarti di Champions, perdendo poi in semifinale con il Tottemham: hanno salutato Ziyech, de Ligt, de Jong, van de Beek e Schone. Ma è comunque in testa all’Eredivisie, a +8 sul Psv (20 vittorie in 25 partite e 78 gol realizzati) e finalista di coppa. A guidarla, con il 4-2-3-1 (alternato al 4-3-3), sempre l’olandese ten Hag (già 3 trofei vinti), subentrato a Bosz nel 2017 dopo il ko nella finale di Europa League contro lo United di Smalling e Mkhitaryan.

La rosa attuale rimane, però, di alto profilo, pure se ad aprile mancheranno 2 tra i migliori: il portiere Onana, stop per doping e sostituito dall’ex giallorosso Stekelenbur, e il centravanti Haller che, arrivato a gennaio dal West Ham e pagato 22,5 milioni (l’acquisto più caro di sempre per l’Ajax), è finito fuori dalla lista Uefa senza un perché. Ognuno, a quanto pare, ha il suo Gombar (l’ex team manager americano della Roma coinvolto nel pasticcio Diawara alla prima di campionato e nella gaffe delle 6 sostituzioni contro lo Spezia negli ottavi di Coppa Italia: doppio 0-3 a tavolino). Haller è stato incrediblmente dimenticato e la federcalcio oranje non è riuscita a intervenire con l’Uefa per rivedere la compilazione. Raffica, però, di giovani, come il terzino destro Rensch, 18 anni e già titolare. Poi Unuvar, Martha, Lassina Traoré, Ekkelenkamp, Anthony e il centravanti Brobbey che, classe 2002 e già promesso da Raiola al Lipsia, somiglia a Lukaku. Più i senatori Klaassen, Blind, Tagliafico e il falso nove Tadic che è il più pericoloso. A Trigoria si sono avvicinati il play Gravenberch e l’esterno Neres. «L’Ajax è una squadra fortissima, tra le migliori ancora in corsa. Affrontiamo la scuola calcistica più forte in Europa, ma abbiamo le nostre possibilità. Li studieremo bene, sarà un confronto equilibrato» spiega Fonseca che ricorda l’enplein di ten Hag (4 successi nelle 4 gare di coppa del 2021: sedicesimi e ottavi), lo stesso della Roma. Pinto ne fa una questione di mercato: «Ogni anno si reinventano, ingaggiando nuovi talenti. Hanno uno stile di calcio molto attraente. Sarà la sfida più intrigante dei quarti. Anche noi siamo aggressivi».
ANCORA AMARCORD
Appuntamento all’Amsterdam Arena, adesso Johan Cruyff Arena. Lì ha segnato Batistuta in Champions (2002/2003, seconda fase a gironi) la sera del ko (2-1), dopo Ibra e Litmamen. Pari al ritorno (1-1), rete di Cassano. Sono gli unici precedenti. Nell’Europeo di Belgiolanda (2000), invece, Totti portò l’Italia di Zoff in finale con il rigore storico di «Mo je faccio er cucchiaio» a van der Sar. E l’ex capitano, dando spettacolo nel trofeo Città di Roma (1997) contro l’Ajax e la stella Litmanen che Carlitos Bianchi avrebbe voluto al suo posto, scelse di restare, rifiutando l’invito della Sampdoria. Pallonetto al ‘Gladbach e missile nella porta olandese.

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