Mourinho: «Non vogliamo andare in Conference, domani contro il Ludogorets bisogna vincere»

Il tecnico non pensa al derby e conferma Abraham titolare dopo l'opaca prova di Verona: "Ha sbagliato due gol, è vero, ma non mi sorprenderei se domani dovesse segnare"

Mourinho: «Non vogliamo andare in Conference, domani contro il Ludogorets bisogna vincere»
di Stefano Carina
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Mercoledì 2 Novembre 2022, 14:34 - Ultimo aggiornamento: 15:38

Il derby può attendere. Testa al Ludogorets. Mourinho non vuole divagazioni. Troppo importante il match di domani sera che può/deve regalare il pass per i playoff da disputare a febbraio contro gli "squali falliti della Champions": «Se non vinciamo andiamo in Conference League, però è chiaro che noi vogliamo invece andarci a giocare i playoff - esordisce - Abbiamo soltanto un risultato, vincere. Partita difficile, perché esiste questa pressione. Ma sarà difficile anche per loro. A Razgrad hanno vinto una partita che noi abbiamo disputato con le prime scelte, non con la Primavera. Penso però che se sommiamo le nostre motivazioni e l'ambiente decisivo che si può creare all'Olimpico come quello avuto lo scorso anno con Vitesse, Bodo e Leicester, possiamo farcela. Il Ludogorets è una squadra che giocherà per due risultati, pericolosa in contropiede. Sappiamo che dobbiamo correre dei rischi, magari è meglio così...».

ZANIOLO, RICORSO OK

 

La bella notizia è arrivata in mattinata, con il ricorso accolto per la riduzione della squalifica di Zaniolo: «E' stata fatta giustizia.

Nicolò al massimo doveva pagare con una gara di stop. E' importante per noi, perché ci può aiutare a vincere. Non so se potrà giocare o meno. Ha un ematoma grande, vediamo come si sentirà. Mi piacerebbe averlo a disposizione». Pochi dubbi invece sull'impiego di Abraham, nonostante i clamorosi errori sotto porta dell'inglese nell'ultimo match contro il Verona: «Ai miei giocatori dico sempre che un portiere che sbaglia una parata, un centravanti che sbaglia un gol, un difensore che sbaglia un intervento, è tutto secondario. Per me la cosa principale è l'atteggiamento, pensare alla squadra, lavorare serio, non piangere quando le cose non vanno, avere il coraggio di tornare a fare le cose. Un esempio: Lorenzo ha sbagliato a Empoli il rigore. Poi contro la Sampdoria è ricapitato, è andato e ha segnato. La mia espressione a Verona non era arrabbiata. Tammy ha sbagliato due gol, sì è vero, però per me non è un problema. Il problema c'era a inizio stagione quando non lo vedevo concentrato. Cosa si fa in questi casi? Si fa giocare. E dico di più, non sarei sorpreso se domani dovesse segnare...».

GIOVANI MA NON SOLO

 

Il discorso scivola sui giovani: «Non ho mai avuto necessità di far crescere i giovani ma questo non significa che io nella mia carriera non li abbia lanciati. Qui c'è un po' più di necessità, per il profilo del nostro lavoro. Non sono un eroe perché do queste possibilità e nemmeno uno stupido perché li lancio e non sono pronti. Sono ragazzi preparati, è un processo che ogni calciatore ha nella sua carriera. I ragazzi sanno che la porta è aperta e che l'occasione può arrivare. Mi fa piacere ma sono contenti anche ai calciatori della prima squadra quando un bambino fa bene». Giovani ma non solo: «Matic è un calciatore importante per tutti noi, se Volpato parla di Nemanja in questi termini, figuriamoci per gli altri ragazzi. Non so se giocherà, ma posso dirvi che giocherà anche El Shaarawy».

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