Il derby non inganni. Perché il rischio che corre la Roma è che il successo contro la Lazio ammorbidisca il giudizio sulla stagione che si concluderà domenica, nella quale i giallorossi cercano ancora il pass per la neonata Conference League. Non bastano però 90 minuti per rivalutare una rosa che ha mostrato lacune fisiche, tecniche e di personalità. Spesso e volentieri una delle frasi più utilizzate in questo periodo dell’anno è: «Per la prossima stagione bisogna ripartire da...». In questo caso sarebbe meglio «ripartire con». La differenza apparentemente è in una preposizione. In realtà cambia drasticamente la prospettiva. Perché un conto è «ripartire da Dzeko». Un’altra «con Dzeko», al quale affiancare un centravanti. Ne va della competitività della squadra.
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Discorso, quello relativo al bosniaco (preso come mero esempio), che si estende alla difesa. L’aver annullato Immobile, non cancella i 104 gol subiti in campionato in due stagioni (137 complessivi). Può regalare un sorriso, con il quale però si cresce poco. È chiaro che già con l’approdo di Mourinho, il reparto studierà movimenti diversi. A questi si aggiungerà almeno un rinforzo. La Roma (al netto di Jesus, che saluterà a parametro zero e Fazio, con le valigie pronte) quattro centrali li ha ma su questi sono in atto le dovute riflessioni. Fisiche per Smalling, tecniche per Ibanez, economiche per Kumbulla e Mancini. Se l’ex Atalanta è il perno sul quale a Trigoria vogliono ripartire, a seconda delle offerte uno degli altri tre (il designato appare il brasiliano) potrebbe venir sacrificato per far cassa e lasciar spazio al nuovo titolare.