Lazio, Pioli all'esame stuzzicante del derby:
tre anni fa Sabatini lo voleva a Trigoria

Lazio, Pioli all'esame stuzzicante del derby: tre anni fa Sabatini lo voleva a Trigoria
di Alberto Abbate
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Giovedì 8 Gennaio 2015, 05:24 - Ultimo aggiornamento: 14:53
E pensare che Sabatini voleva portarlo sull'altra sponda. Invece ora Pioli bagna il suo primo derby biancoceleste: «Ho capito sin dal primo giorno in cui sono arrivato cosa significa questa partita. E' la partita». Invocata dai laziali già il 12 giugno. Dall'alba al tramonto, staffetta in panchina: alle 11 Reja salutava Formello, alle 18 Pioli entrava a Villa San Sebastiano. Sedotto e abbandonato dalla Roma, forse da allora l'ex tecnico del Bologna coltiva la sua dolce vendetta. Questa è la chance ideale per battere finalmente una big. E per trafiggere il cuore dei tifosi.



L'eredità dell'amico Edy (suo il consiglio a Lotito per la successione) nei derby è pesante, Pioli fissa da mesi le targhe a Formello. Per non parlare delle scritte ovunque del 26 maggio 2013: Petkovic fece Roma quel giorno. Eppure il nuovo allenatore ha cancellato l'“ultimo” Vlado con uno sprint: la sua Lazio viaggia a più 10 punti da quella dello scorso anno (a quota 20), che alla diciassettesima giornata a Verona esplodeva in panchina. Allora i biancocelesti erano addirittura a 11 lunghezze dall'Europa League, oggi al terzo posto in volata per la Champions. Sarà per questo che Stefano alza il volume e canta: «Vola Lazio vola».



IL CUORE

Ha inculcato l'inno, Pioli lo fa urlare di continuo ai suoi ragazzi. Poi lui, in silenzio, si gioca la sua euroscommessa: «Abbiamo tutte le qualità per rimanere sino all'ultimo in questa posizione». Battuta la Samp (seconda a +9 rispetto alla passata stagione), la Lazio è addirittura prima in classifica nel raffronto con l'annata 2013/14. Sembra un'altra vita oggi, con Pioli in panchina anche 9 gol in più (mai così tanti dal 2002-2003, quando le reti furono 33): trentuno, venti dei centrocampisti. Stefano ha rianimato Felipe Anderson in estate, ha fatto esplodere Biglia, il suo battito in mediana: Lucas ha superato un altro record di precisione lunedì sera, ha centrato il 94% dei passaggi, 62 su 66 effettuati. Top player anche per palle recuperate (12) di cui ben 4 (su 5) in tackle. Ecco perché Pioli non ha rinunciato a Biglia, insostituibile seppur diffidato. Anche per l'argentino sarà il primo derby: ironia del destino, l'anno scorso saltò il doppio confronto prima per infortunio, poi per un'ammonizione.



IL LIMITE

Sfida la sorte a viso aperto, Pioli. Non l'aspetta, l'aggredisce. Con una bacchetta emana fantasia: assente l'eroe Lulic, è pronto a tirar fuori dal cilindro Mauri, Felipe Anderson e Candreva insieme, dietro uno fra Klose e Djorjdevic. Nonostante si sia sempre affidato al “Mito” per le grandi sfide, il mister risucchia il veleno di Filip: settimo gol con la Samp, il migliore con Anderson per occasioni create (3), devastante nei duelli aerei (6). Il serbo sgomita, è cattivo, dunque perfetto per una stracittadina. Pioli “ama” i suoi falli a centrocampo, ma occhio a puntare su una Lazio solo d'assalto. Sinora è stato questo il limite del tecnico: la presunzione di potersela giocare ad armi pari con mezzi impari, soprattutto con le big. Errore pagato a caro prezzo all'Olimpico con la Juve, ma anche a San Siro col Milan. Con l'Inter gli sbagli nei cambi, paradossalmente per proteggersi (Onazi per Lulic) nel momento di dare il colpo di grazia. Dal Rejalismo a Piolilandia, l'equilibrio sta nel mezzo.



IL RISCATTO

Solo la Roma negli occhi: studiano da due giorni ogni dettaglio nei dvd, Pioli e il suo staff. A Natale volevano capire le origini dei troppi infortuni, nulla. Ancora un Lazio “malconcia” (anche Cana non sta bene), da oggi si lavorerà solo sulle “menti” degli 11 prescelti: «Il mister è un martello motivazionale», ipnotizzato Marchetti dalla sua cura. Che al momento, col ritrovato entusiasmo della piazza, sta scuotendo pure Lotito: «L'allenatore in breve tempo ha instaurato un fortissimo feeling con lo staff e i giocatori. Si è messo in gioco, consapevole della difficoltà di una piazza che rincorre ambizioni importanti». Serve orecchio flessibile al baccano “girevole” di Roma. Era stato accolto a mitragliate dalla tifoseria: «Abbiamo preso uno scarto giallorosso». Ovviamente tutti l'hanno già dimenticato. Forse pure Pioli.