Lazio lontana dal gol: da quasi due mesi non segna nelle trasferte di campionato

Ciro Immobile, attaccante della Lazio
di Alberto Abbate
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Sabato 4 Febbraio 2017, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 10:56
Big tabù sfatato, adesso la Lazio deve tornare a vincere in trasferta anche in campionato. Il successo manca addirittura da quasi due mesi, dal 10 dicembre a Marassi: 1-2 alla  per rialzarsi subito dopo il derby, sfida chiusa in un tempo da Milinkovic e Parolo. Poi, però, altri due ko, proprio contro Inter e Juve. Dopo la vendetta a San Siro in Coppa Italia, adesso Inzaghi punta l’Adriatico. Tre punti per rimettersi subito in corsa Champions sono infatti il perfetto viatico. A Pescara però già promettono battaglia.
 
Non solo gli ex col dente avvelenato, addirittura c’è Bahebeck ispirato. Tra l’altro un pupillo di Tare ai tempi del Psg, alla fine scartato: «Non siamo ancora retrocessi. Vogliamo la vittoria e io spero di segnare». Stia in guardia, la difesa. Anche perché fra campionato e coppa, ha già subito 16 gol lontano dall’Olimpico in 11 partite. Porta inviolata appena in due occasioni (Udine e Palermo), non bisogna insomma concentrarsi solo sulle proprie conclusioni. Pure se in effetti i 28 tiri effettuati in casa contro il Chievo senza metterla dentro fanno gridare a Inzaghi e il vice Farris, che stavolta bisogna fare a tutti i costi centro: «Non è solo sfortuna, quando crei così tante occasioni, devi segnare». Nonostante il passaggio in semifinale, infatti, Lazio sciupona anche martedì sera, domani guai a farsi intimidire dall’atmosfera. 

Banditi anche i sentimenti, non c’è spazio per un pezzo di cuore e i suoi tormenti. Tornerà a Pescara da grande ex, Immobile. Lui nato a Napoli, lì però è diventato babà. Ventotto gol deliziosi per esplodere in B ed essere il costante rimpianto di Sebastiani in A: «Qui da noi segnerebbe più di 20 gol», giurava prima della sfida del 17 settembre, il presidente. Beffato immediatamente: all’andata Immobile segnò proprio il primo centro all’Olimpico, senza esultare in segno di rispetto. Quattro mesi dopo è già a quota 12 reti, con sette giornate di digiuno e quattordici davanti. 

Numeri da vero centravanti, numeri che già con Zeman a Pescara lo avevano elevato nell’Olimpo dei grandi attaccanti. Poi un lungo girovagare, qualche scelta sbagliata, ma un vecchio bomber come Inzaghi fiuta pure al buio l’istinto della zampata. Così lo ha voluto alla Lazio e ora, solo quando non c’è, sotto porta paga sempre dazio. Ciro a suon di gol trascinò il Pescara in Serie A, oggi vuole riportare la Lazio in Europa. Ciro ora è generoso, si fa in quattro, corre di qua, corre di là, Ciro ormai è diventato papà. Non è più uno scugnizzo a zig zag. Si sacrifica per tutti e per tutti segna a raffica. Poi, è un altro discorso, i gol li dedica a Jessica. Conosciuta proprio in Abruzzo e già sex simbol dei laziali in ogni sua posa aerobica. 

Saranno tantissimi i tifosi biancocelesti al seguito. Organizzate spedizioni in pullman da Roma, c’è quindi massima allerta a Pescara per la rivalità avvertita soprattutto in città. L’accoglienza, insomma, per la Lazio non sarà delle migliori. E Inzaghi, oltre al fattore ambientale, teme altre insidie in quello che potrebbe rivelarsi un turno assolutamente favorevole (ci sono Roma-Fiorentina e Juve-Inter) nella corsa con le altre concorrenti. Per questo vorrebbe sfruttarlo senza pensare troppo al turnover. Anche se la 23esima giornata potrebbe essere una delle poche occasioni per testare la panchina, prima dei tre mesi infernali in cui affronterà tre volte la Roma, ma anche Milan, Torino e Napoli. A San Siro, per esempio, un sontuoso Murgia ha dimostrato di potersela giocare alla grande in queste gare e ha bisogno di un po’ di continuità. Lui che, ironia del destino, esordì in A proprio all’andata col Pescara. Al ritorno però è già impossibile togliere il posto al gigante Milinkovic, autore del primo centro del 3-0 di settembre. Solito stacco imperioso di testa a bucare Bizzarri. Anche senza una caviglia, Sergej in volo fa paura a ogni battito di ciglia.
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