Lazio: Immobile, un bomber al bacio

Lazio: Immobile, un bomber al bacio
di Emiliano Bernardini
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Martedì 3 Aprile 2018, 07:30
Chissà quanti rimorsi avrà l’attuale ds della Roma, Ramon Monchi per aver lasciato partire troppo in fretta Ciro Immobile. A Siviglia il bomber biancoceleste assomiglia più ad un brutto anatroccolo che al cigno che Simone Inzaghi si è ritrovato tra le mani. «Non ho mai avuto molte chance per mettermi in mostra e quando le avevo facevo anche bene, ma poi venivo sempre fatto fuori», ricorda con un pizzico di rammarico Ciro ai microfoni di Sky. Eh già perché per indole è un combattente e non ci sta mai a perdere: «È una cosa che odio. Credo si veda anche da fuori ed è una cosa che mi porto dentro da quando sono piccolo». Ultimamente lo si è notato parecchio. Protesta tanto perché oltre alla sconfitta non sopporta le ingiustizie. È il primo ad aiutare i compagni e a correre in soccorso del prossimo. «Tutti per uno e uno per tutti» è il motto che grida nello spogliatoio. Perché Immobile è ambizioso, ma sa benissimo che per vincere ha bisogno anche dei suoi compagni. Allegro, sorridente e sempre disponibile. Caratteristiche che hanno stupito lo stesso Inzaghi: «Alla possibilità propostami da Tare di prendere Immobile risposi immediatamente di sì: è nato per il gol, un attaccante vero che sapevo avrebbe segnato molto. Quello che non conoscevo era il ragazzo, ed è stata una vera sorpresa da scoprire: una persona subito disponibilissima verso la squadra e tutto lo staff. Si è calato benissimo nell’ambiente laziale, fino a diventarne un trascinatore».
LEADER
È il nuovo idolo da mostrare con orgoglio e fierezza. «Ciro is on fire» è il motto della curva Nord. È nato un feeling, forse inaspettato e per questo ancor più forte: «Alla Lazio ho sempre dato il massimo dall’inizio e ho sempre ricevuto tanto affetto. Mi piace definirmi una persona umile, simpatica e molto socievole. Metto sempre tutto in campo per portare la squadra al massimo risultato». È diventato un tassello importante dello spogliatoio e non a caso in estate i compagni lo hanno promosso terzo nella scala gerarchica dei capitani. Subito dietro a due come Lulic e Parolo. «Quest’anno abbiamo raggiunto una grande unione di squadra. Passiamo molto tempo insieme tra ritiri di campionato, Coppa Italia ed Europa League. Forse ora sto più con la squadra che a casa. È importante creare un bel amalgama, non sempre è semplice quando si è in uno spogliatoio», confida il bomber di Torre Annunziata.
RECORD
Scala classifiche e divora record. Ha segnato 26 reti in 27 partite, una media di un centro ogni 88 minuti. Mai nessun biancoceleste ci era riuscito. Scalzati Signori e Crespo e anche Chinaglia. E a Longh John ha rubato un altro scettro, quello di maggior numero di reti in una singola stagione. Giorgione nell’anno dello scudetto del 74 si era fermato a quota 34, Ciro con la doppietta al Benevento, la sua sesta, è arrivato a quota 36. E non vuole fermarsi perché a fine anno vuole calzare anche la Scarpa d’Oro. Per ora è al secondo posto (26) dietro a Momo Salah che guida a quota 29. Ma c’è di più perché i centri di Ciro hanno fatto tagliare alla Lazio un altro traguardo storico: 102 reti stagionali, 73 in campionato (miglior attacco del torneo).
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