La Lazio molla Muriel: Gomez corre da solo

La Lazio molla Muriel: Gomez corre da solo
di Alberto Abbate
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Giovedì 15 Giugno 2017, 07:30
Non habemus Papu, ma per lo meno a Roma sono iniziate le esercitazioni di danza per non farsi trovare impreparati alla sua hit. Dopo l’ennesimo incontro con l’agente Riso e una bozza d’accordo economico a 1,5 milioni più bonus a stagione, c’è da convincere l’Atalanta a lasciar andar via Gomez per meno di 20 milioni. A Inzaghi piace come e quanto Muriel, costa meno, ma la Lazio non vorrebbe spendere più di 10 milioni più Berisha per un esterno così avanti con le primavere: «In realtà a 29 anni, non mi sento né giovane né vecchio, ma nel pieno della maturità per fare il salto», giura in patria. Alejandro sta bene a Bergamo, ha trascinato la Dea bendata in Europa League, vorrebbe la Champions.

 
Dove poteva trasportarlo il Cholo Simeone con l’Atletico qualche anno fa, dopo averlo fatto esplodere nel Catania dell’ad Lo Monaco: «Sarebbe perfetto accanto a Immobile al posto di Keita». Sia nel 3-5-2 che in un eventuale ritorno al 4-3-3 per non far deprimere Felipe. Insomma Inzaghi lo accoglierebbe a braccia aperte e Tare sta provando a centrare l’affare a luci spente. 

RECORD 
Più se ne parla, più segna, più l’Atalanta fa muro. Perché i riflettori ora sono tutti sul Papu. In Italia non aveva mai collezionato 16 gol e 12 assist, aveva appena raggiunto la doppia cifra allo sbarco nel 2010. Sette anni dopo, tutto quello che tocca diventa oro. Anzi, rete anche all’esordio con la Selecciòn a Singapore: «È bello che il mio nome sia tornato a circolare fuori dall’Italia. Onestamente mi aspettavo più la convocazione di Ventura, col quale avevo parlato, che quella dell’Argentina. Appena Sampaoli mi ha chiamato, però, non ci ho pensato un attimo. Adesso voglio godermi al massimo questo momento e sfruttare ogni occasione che mi capiterà». Compresa quella biancoceleste? «Forse è arrivato il mio momento in una grande piazza», rifletteva Gomez già qualche settimana fa. Se a Bergamo aveva una piadina a suo nome, a Roma son pronti a intitolargli un’amatriciana. La Lazio spera di sfornare il piatto, prima del ritiro di Auronzo. Sia per sbaragliare la concorrenza del Milan, sia per mettere Keita con le spalle al muro o all’ombra della tribuna. Il senegalese al momento continua a mostrarsi sereno nelle cartoline social da Miami, offuscate però già fra i laziali dai sorrisi del Papu su Instagram e Youtube. 

HIT 
Gomez è il mago dei social, dove si racconta fra follie e colpi di genio. Dalle fasce di capitano più disparate (da Holly e Benji alla Master League di Pes, o qualche cartone animato di gradimento dei suoi pargoli) al video in cui cerca - senza riuscirci - di preparare dei cubetti di ghiaccio. Dal karaoke in macchina con la moglie al remake della scena di Titanic insieme ai compagni. Fino allo slow motion di un’entrata a piedi uniti sul piccolo Bautista. Lui, il primogenito, inquadrato a scatenarsi dalle telecamere al Singapore National Stadium con la danza virale lanciata dal Papu: «Balla meglio di me, ho lasciato che esultasse al posto mio», ha svelato Alejandro dopo il gol al fianco di capitan Biglia. Peccato che, Lucas, non lo ritroverà alla Lazio, eventualmente. Piuttosto dovrà chiarirsi con il suo erede di fascia. A dicembre Gomez si era scagliato contro Lulic: «A me da piccolo mi hanno insegnato che quello che accade in campo rimane in campo, non si piange davanti a un microfono. Se il signor Rudiger vendeva calzini c’è solo da complimentarsi con lui». Guai a toccare l’eroe del derby eterno ai laziali, invece i tifosi orobici rischiano di dover arrotolare quello striscione «don’t touch my Papu». Ci sono le mani della Lazio. E a Formello già si canta di continuo un ritornello: «Baila comò el Papu». 
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