Guardiola: «La Roma è una gioia,
Totti? Un talento emozionante»

Guardiola: «La Roma è una gioia, Totti? Un talento emozionante»
di Benedetto Saccà
2 Minuti di Lettura
Lunedì 20 Ottobre 2014, 19:13 - Ultimo aggiornamento: 19:26


In uno dei saloni dell’hotel Parco dei Principi, Pep Guardiola ha parlato della partita di Champions League di domani sera fra la Roma e il Bayern Monaco. L’allenatore catalano ha risposto alle domande dei tanti cronisti arrivati per l’occasione sia in italiano che in tedesco. «Domani sarà una sfida difficile perché è un piacere veder giocare la Roma. Quanto a Totti, è un giocatore emozionante», la sintesi del suo pensiero. «E con Matteo Renzi l’Italia è un paese straordinario».

Il duello dell’Olimpico. «Quella con la Roma è una sfida difficile da affrontare. Chi vince si qualifica, ci sono ancora 12 punti in palio. Ho sempre detto che questo girone si deciderà all’ultimo minuto, sarà una grandissima occasione per testare la nostra forma».

I ricordi italiani. «Con questo presidente del Consiglio, Matteo Renzi, l’Italia è un paese straordinario. Vengo spesso, è molto vicino al modo di fare, alla cultura della Catalogna. Sono stato sei mesi a Roma ma le mie gambe già non correvano più a differenza della testa. Ho un bellissimo ricordo della città, della società, di come ho vissuto qui con la mia famiglia. Quando posso, in estate, vengo spesso. Brescia, poi, è stata fondamentale e Carlo Mazzone è stato un allenatore importante per me, ho imparato molto da lui. So come si vive qui a Roma il calcio, con quale passione: per questo mi fa piacere tornare qua».

La Roma e Rudi Garcia. «Non è facile per uno straniero andare in un paese e impostare la sua idea, lui ci è riuscito. È una gioia veder giocare la Roma, non lo abbiamo visto solo in Champions League ma anche l’altro ieri contro il Chievo Verona. Sono uno spettacolo».

Francesco Totti. «Se a 38 anni giochi con questa continuità... È un talento enorme, è emozionante vederlo. Normalmente a 38 anni col conto in banca che straborda, dopo essere stato eletto Re di Roma, uno rimane a casa. Vuol dire che ama il calcio follemente ed è una soddisfazione vederlo ancora. Giochi perché ti piace giocare. L’ispirazione non viene senza il pallone, è impossibile: l’allenatore lo fa giocare, gli fa avere ancora questa voglia. Mi auguro che continui così, mi fa tanto piacere ritrovarlo. Io in panchina, lui sul campo. Così come era quando stavo qui a Roma da giocatore».