Col passare delle ore, i medici hanno verificato che si era trattato “semplicemente” di un falso allarme. Il tempo di lucidare gli scarpini, fare un paio di sedute di allenamento con la squadra e riecco Mirko con la maglia numero 18 sedersi in panchina nel big match contro la (ex) capolista Ronciglionea. «Vorrei provare a fare dieci minuti…», aveva poi sussurrato. Ma una favola, per essere considerata tale, deve avere un lieto fine totale. E allora ecco il momento del cambio, poco prima della mezzora della ripresa, sul punteggio di 2-2 e in una partita assai spigolosa. Ed ecco un corner dal fronte destro d’attacco: Forcina ci si butta, anticipa il difensore avversario e di testa sigla il gol del 3-2: roba da cardiopalma.
«Non avrei mai immaginato di segnare subito – dice l'attaccante, arrivato a quota 7 in campionato, ai quali si devono aggiungere i 3 di Coppa – anche perché di fronte avevamo una squadra forte, probabilmente anche di più della Compagnia Portuale Civitavecchia (attuale capoclasse), e dotata di un grandissimo reparto offensivo. La rete la devo dedicare al mio grande amico e compagno di squadra Antonio Orlando che assieme al fratello, mentre mi scaldavo, me l’aveva pronosticata e che al momento del gol si è quasi “incastrato” in un cancello per venire ad abbracciarmi. Poi a mia moglie Greta e mio figlio Thomas e a tutta la società Fiumicino, con in testa il presidente Simone Munaretto che durante la mia degenza praticamente si è accampato presso l’ospedale e mi è stato vicinissimo».
Ma la favola di Mirko potrebbe anche essere un cerchio che si chiude: domani a Guidonia c’è la sentitissima sfida di ritorno del match di Coppa. «Sentitissima? No, io è meglio che sto tranquillo – scherza il bomber – Mi piacerebbe giocare titolare, ma spetta ai mister Natalini e Cataldi decidere e io accetterò senza problemi».