Fiorentina, il giudice sportivo respinge il ricorso: Zarate salta la sfida con la Roma. La nota del club: «Sanzione sproporzionata»

Fiorentina, il giudice sportivo respinge il ricorso: Zarate salta la sfida con la Roma. La nota del club: «Sanzione sproporzionata»
di Redazione Sport
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Mercoledì 2 Marzo 2016, 17:06 - Ultimo aggiornamento: 20:20
Niente Roma per Mauro Zarate. La Corte d'Appello federale ha infatti respinto il ricorso presentato dalla Fiorentina avverso la squalifica di 3 giornate (due già scontate) inflitte all'attaccante argentino espulso nel fonale di Fiorentina-Inter dello scorso 14 febbraio. L'attaccante non sarà quindi della partita Roma-Fiorentina, in programma venerdì sera all'Olimpico.

LA NOTA DEL CLUB
«Riteniamo che il trattamento sanzionatorio confermato a carico di Zarate sia assolutamente eccessivo e sproporzionato rispetto al fatto contestato, nonchè completamente difforme rispetto ai criteri sino ad ora seguiti dagli organi di giustizia sportiva». Così la Fiorentina ha commentato, con una nota ufficiale, la decisione della Corte sportiva d'appello di respingere il ricorso per la riduzione della squalifica di Zarate, espulso contro l'Inter. «Abbiamo appreso con stupore e rabbia quanto deciso dalla Corte sportiva d'appello - prosegue la nota -. Il reclamo da noi presentato è basato sulla corretta interpretazione del rapporto della partita il cui contenuto, correttamente valutato anche alla luce dell'unanime indirizzo giurisprudenziale della Corte in casi assolutamente analoghi, se non più gravi, non poteva che portare - a nostro parere - a una conseguente riduzione della squalifica da tre a due partite».
La Fiorentina è rimasta incredula anche per la la circostanza «che non sia stata data alcuna considerazione al fatto che il gesto posto in essere da Zarate era stato determinato da condotte gravemente provocatorie (verbali e fisiche) da parte di ben quattro calciatori avversari che lo hanno circondato, spintonato e colpito (tanto da determinare l'intervento del guardalinee a tutela del nostro giocatore). Fatti, questi, che se in linea generale non sono e non possono essere idonei a giustificare 'reazionì (pur nel caso di specie si trattava piuttosto di un gesto di 'difesà del nostro calciatore), avrebbero dovuto essere tenuti nella giusta considerazione per inquadrare il gesto nel contesto in cui si è verificato, connotato da intensa concitazione emotiva, vis agonistica e impulso competitivo». «Auspichiamo pertanto - conclude la nota - che in futuro vi sia una maggior attenzione da parte di tutti gli organi preposti e soprattutto uniformità di giudizio».
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