Euro 2016, Thiago Motta e la rivincita degli oriundi: «Bene le critiche ma se non si esagera, io ho scelto l'Italia non per interesse»

Thiago Motta in allenamento
di Alessandro Angeloni
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Sabato 18 Giugno 2016, 20:45 - Ultimo aggiornamento: 23:41

dal nostro inviato

MONTPELLIER Tocca all'altro oriundo oltrepassare la barriera dello scetticismo e guadagnarsi qualche consenso. Dopo Eder, tocca a quello più "anziano", forte delle sue 28 presenze e un gol con la maglia dell'Italia. Thiago Motta ha la calma dell'esperienza, il buon senso di chi si fa scivolare addosso certe polemiche: «Ho buone sensazioni, le critiche vanno bene se non si esagera, ho scelto l'Italia non per interesse»

IRONIA SOCIAL
Conte
gli ha dato la maglia numero 10 e c'è stata un'insurrezione popolare. Lesa maestà, perché quel numero lo hanno portato grandi campioni (in Nazionale non è sempre stato così) e lui - secondo i ben pensanti - non se lo meriterebbe. De Rossi lo ha difeso («si sciacqui la bocca chi parla male di Thiago: forse non l'hanno visto palleggiare»). L'italo brasiliano, che ha vinto tutto con la maglia dell'Inter e si è tolto grandi soddisfazioni (anche economiche) con quella del Psg, si ritrova spesso pure al centro delle polemiche per il suo status di oriundo. Non va bene la maglia, non va bene il suo essere italiano solo a metà, non va bene niente e tanti gli rimproverano pure di essere qui, il ct lo ha voluto nonostante non stesse bene e tutt'oggi fatica ad entrare in condizione. Sui social si sprecano le battute ironiche sulla sua lentezza e sulla sua presunta "inutilità". «E' entrato Thiago, siamo sempre più veloci»; «Non è Sky ad essersi impallato, è proprio l'andatura di Thiago»; «e anche Motta, sul pallone arriverà...»; «la partita è finita da tre ore, si sente gente che urla. Sono i parenti di Thiago Motta». «Thiagone Motta giustifica la dieci con un doppio fallo in cinque secondi». E così via su questo genere.

LE DIFESE DI TUTTI
Conte, come De Rossi, lo ha difeso a oltranza: ha chiesto di non accanirsi e di rispettarlo, subito dopo che lo stadio Bentegodi lo aveva fischiato durante Italia-Finlandia, ultima amichevole prima della partenza per la Francia. Thiago Motta aspetta la rivincita, doppia. Vuole vivere il sogno di Eder, oriundo pure lui ma bravo nel segnare il gol decisivo contro la Svezia. Chiellini si è schierato con entrambi ed è stato molto duro dopo la vittoria contro la Svezia. «Entrambi danno l'anima per la nazionale, mi auguro che Thiago possa togliersi la stessa soddisfazione di Eder e far ricredere gli scettici. Purtroppo in Italia non accettiamo gli oriundi», la presa di posizione forte del difensore juventino. Una forma di razzismo anche questa, che Thiago respinge. «Noi abbiamo scelto l'Italia perché lo abbiamo voluto, è stata una decisione meditata».

TOCCA A LUI
La prossima a Lille, il 22 contro l'Irlanda, Conte darà (dovrebbe dare) spazio anche a Thiago, che finora ha giocato tra Belgio e Svezia meno di mezzora e si è beccato pure un'ammonizione. «Sono quello che ha giocato meno, mi sarebbe piaciuto dare un maggiore contributo alla causa, ma se davvero toccherà a me la prossima partita ne sarei felice. Cercherò di fare del mio meglio», le sue parole dalla pancia del Municipal di Tolosa. E poi ha aggiunto sul futuro dell'Italia: «Noi non siamo favoriti per la vittoria finale, ci sono altre squadre più accreditate di noi come lo stesso Belgio. Noi siamo stati bravi a sconfiggere una più forte di noi. L'Italia deve continuare così, andare avanti partita per partita senza fare calcoli. La Francia? E' stata fondamentale la vittoria contro l'Albania, che ha dimostrato di essere molto preparata tatticamente. Spagna e Germania? Sono due squadre collaudate, sanno perfettamente come giocare. Non c'è una avversario ideale per noi, per questo non possiamo fare calcoli. Giocare per l'Italia è stata una scelta meditata...».
 

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