De Rossi: «Balotelli? non è vero che Conte ci ha chiesto il permesso di convocarlo»

De Rossi: «Balotelli? non è vero che Conte ci ha chiesto il permesso di convocarlo»
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Venerdì 14 Novembre 2014, 15:29 - Ultimo aggiornamento: 15:30
Queste le parole di Daniele De Rossi, intervenuto quest'oggi in conferenza stampa nell'Aula Magna di Coverciano:



Cento presenze in Nazionale: «E' incredibile, inimmaginabile. Traguardo che porterò nel cuore anche dopo la fine della carriera. Vorrei essere superato da qualche bravo giovane».



Su Balotelli: «E' difficile da credere che Conte si faccia indirizzare per convocarlo. Quelle battute su di lui dopo i Mondiali? L'allenatore alla prima conferenza ha detto che riparte dagli uomini e non ha fatto riferimento a nessuno. Quel discorso era legato a come poter ripartire. Si riparte dagli uomini, in Nazionale e con la Roma. Uomini che vogliono risollevarsi. Con Mario c'è un ottimo rapporto».



Sui problemi in difesa: «Considerando le regole sugli stranieri credo che la Roma attinga alle risorse degli italiani. Penso a Astori, De Sanctis, Romagnoli mi supererà con le presenze in Nazionale. Diventerà un campione assoluto. Gli stranieri della Roma sono comunque tutti forti da Manolas a Holebas».



Sulla situazione di Roma, Tor Sapienza e i giovani: «Ho cercato di informarmi ieri sera. E' la situazione che ci si aspettava, a Tor Sapienza. L'Italia vive un momento duro e la verità è che non c'è soluzione immediata, mancano fondi e enti che aiutino sia gli extracomunitari che i romani. Spero che si torvi una soluzione che rassereni gli animi. Tocca anche al sindaco Marino».



Su se stesso in Nazionale: «Non mi preoccupa che ci si aggrappi a me. Sono pronto a fare vari ruoli, a ciò che servirà, con la massima disponibilità».



Su Conte che lo voleva alla Juve: «Mi hanno inorgoglito, è un tecnico che ho sempre stimato. Se mi voleva alla Juve è piacevole se lo dice il diretto interessato. Scelta di restare alla Roma non mi lascia rimpianti. Era uno scenario impossibile che si verificasse ma è stato un orgoglio. Con la Roma dopo la Juve siamo ripartiti con amarezza ma ce la siamo giocati alla pari»



Sui Mondiali passati: «Il tempo allontana i brutti ricordi e si riparte. Se faremo gran gara domenica troveremo più fiducia. C'è bisogno di tornare a vincere».



Sugli stranieri in Italia: «Si potrebbe eliminare gli stranieri ma non è fattibile. Siamo tutti liberi di girare per il mondo, chiudere una nazione di calcio come l'Italia. Bisogna lavorare sul vivaio e sui settori giovanili. ci vuole un porgetto lungo per riportare qualità. Comunque ieri con l'Under18 abbiamo visto che tre-quattro giocatori sono forti»



Ancora su Balotelli: «Non è detto che non possiamo diventare amici. E' un bravo ragazzo, buono. Non mette zizzania nello spogliatoio. Esuberante, a volte vive il suo lavoro in modo particolare. Mario è fondamentalmente buono. Io difensore? sono pronto, magari mi sii allunga anche la carriera».



Sulla Roma: «Ci sentivamo alla pari della Juve anche l'anno passato. Ci sentiamo al loro livello. I passi falsi capitano a chiunque. A Napoli abbiamo perso male, con la Juve non meritavamo di perdere. Con il Bayern abbiamo giocato con un avversario più forte di noi»



Ancora sulle cento in nazionale: «Ho segnato tanto e mi fa piacere. Spero che Zaza Immobile Pellè e tutti gli altri mi superino in fretta, è il loro lavoro. Sono più vecchio di loro e ho segnato di più, anche per le mie maggiori presenze».



Gara più importante con l'Italia? «La finale di Berlino la più indimenticabile, il punto più alto della mia carriera. Pirlo è il giocatore che può cambiare le sorti della squadra ma possiamo far bene anche senza di lui. Mi aspetto di vincere l'Europeo, l'allenatore pensa solo a questo».



Sull' esonero di Mazzarri e l'arrivo di Mancini all'Inter. «Mi dispiace per Mazzarri, allenatore molto bravo. Sono contento per Mancini, lo stimo molto. Gli esoneri a Roma per fortuna non ci riguardano più»



La dedica per le cento presenze: «Per il mio amico Emanuele Mancini, che gioca in D, calciatore meraviglioso con cui sono cresciuto nel settore giovanile della Roma. Il primo pensiero va a lui».
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