«Quando c'è una consultazione elettorale, si può votare sì, si può votare no, si può lasciare scheda bianca. Ma si deve votare, è un diritto in democrazia e tutti dovremmo difenderlo», ha detto Pique, dallo spogliatoio del Camp Nou. «Invece oggi la Guardia Civil ha fatto quel che ha fatto per impedirlo: io sono e mi sento oggi più che mai catalano - ha aggiunto, commuovendosi, il difensore - e ne sono orgoglioso. Sono orgoglioso della gente di Catalogna che in questi due anni non ha mai fatto un gesto di violenza». Poi la decisione di giocare: «L'esecutivo del club era per non giocare, a tutti i costi: ne abbiamo discusso nello spogliatoio, tra giocatori e società, e c'erano opionioni diverse. La mia ora non conta: è stato deciso di giocare, il motto 'mes que un club' non doveva per forza impedirci di scendere in campo».
«Se per la federcalcio spagnola o per qualcuno sono un problema, bene: per me non è un problema fare un passo al lato e ritirarmi dalla nazionale prima del Mondiale», ha concluso Piquè fra le lacrime.
Seeing Gerard Pique like this hurts all of us. Let's hope that all the problems end as soon as possible.pic.twitter.com/e8idVW7LxO
— FC Barcelona (@BarcaUniversal) 1 ottobre 2017
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