FUORI IL BRASILE
Già il fatto di aver eliminato in semifinale due brasiliane, Gremio e Palmeiras, ha fatto sussultare gli argentini che tra Copa America e Mondiale non se la passano bene. Era il sogno di tutti, mai avverato nonostante tante sfide, giocare la partita più bella del mondo – gli argentini pensano che Maradona sia il più grande calciatore del mondo e solo uno dei maggiori argentini – il superclàsico è diventato la superfinal. Il Boca insegue la sua settima Copa, il River ne ha tre, e questa volta ha l’allenatore, Marcelo Gallardo – vorrebbe essere Bielsa ma agisce come Mourinho – squalificato perché ha compiuto una azione da gaucho indisponente, è entrato negli spogliatoi per incitare i suoi nell’intervallo contro il Gremio, che per quello strappo hanno ribaltato la gara, perdendolo però nelle finali (10 e 24 novembre), un sacrificio alla John Wayne. Che sarebbe piaciuto ad Ángel Labruna, calciatore e grande allenatore del River, che entrava sul campo degli avversari turandosi il naso e camminando in punta di piedi come se ci fosse bosta (la merda di cavallo), non a caso chiamano quelli del Boca Bosteros, e loro ricambiano con Los Millionarios - con la vendita di un pezzo di cuore, Sivori, ci fecero la quarta tribuna al Monumental – e Gallinas a indicare un animale codardo. Gallardo – l’unico nella storia del club ad aver vinto la Libertadores sia da giocatore che da allenatore (2015) – per un ribaltamento da romanzo è tutt’altro che codardo, a sottolineare la mutazione delle storie, oggi non si può dire che alleni i fighetti e che il Boca sia solo poveri, il loro ex presidente, Macri, guida il paese. La squadra invece è allenata da Schelotto – 4 Libertadores da calciatore del Boca – e non brilla (in campionato solo ottavi, due posti davanti al River), l’ultimo classico l’ha perso due a zero in casa; ha però Tevez, tornato dalla Cina in tempo per giocarsi la gloria, Darío Benedetto e Pavón che vanno segnati tra i probabili assassini dei giorni di festa del River, che ha più gioco corale e un solo vero calciatore con sfarfallio stilistico: Gonzalo Martínez. Si insegue con euforia «la gloria eterna» che dai campi di pallone arriva ai libri di storia passando per le finali di Copa Libertadores.
In tv: ore 21, diretta Dazn
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