Berlusconi a Milanello ricorda la «fatal Verona...»
El Shaarawy: «dispiaciuto per panchine»

Berlusconi a Milanello ricorda la «fatal Verona...» El Shaarawy: «dispiaciuto per panchine»
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Venerdì 17 Ottobre 2014, 20:57 - Ultimo aggiornamento: 21:29
«Avevo iniziato il campionato in maniera positiva facendo una bella prestazione contro la Lazio, poi ci sono state tre panchine consecutive ma rispetto le scelte del mister. C'è un pò di dispiacere e di incazzatura ma è normale, quest'anno siamo in tanti e c'è tanta concorrenza». Stephan El Shaarawy non nasconde un pizzico di amarezza dopo aver perso terreno nelle gerarchie dell'attacco del Milan. «Mi sto allenando bene e sto facendo il massimo. Anche nella partita con il Chievo ho dato il massimo, ho provato le mie giocate. Ho la fiducia del nostro allenatore, che me lo dice tutti i giorni, e quella della società e io cerco di esser sereno con continuità», dice l'attaccante, come si legge sul sito del club, in un evento al Mondadori Megastore di Milano. «Il mister stesso mi ha detto che non devo dimostrare niente a nessuno. Lui sa quelle che sono le mie qualità e qual è il mio valore. Voglio fare quello che so fare, con serenità. Il gol non arriva da tanto tempo ma il mio obiettivo principale è quello di far bene, sia per il Milan sia per me stesso», aggiunge.



Nella sua ottava visita stagionale a Milanello, per una volta Silvio Berlusconi ha messo da parte concetti come dna, tradizione o bel gioco e ha scelto di caricare la propria squadra parlando dei fantasmi del passato. Ossia delle due storiche sconfitte, costate al Milan altrettanti scudetti, nella fatal Verona, dove domenica i rossoneri tornano con ambizioni ben diverse dal titolo.



«Il presidente ha ricordato, soprattutto a chi è più giovane o viene dall'estero, le difficoltà storiche che il Milan incontra a Verona: è una partita da affrontare in un certo modo anche per le difficoltà del passato», ha spiegato l'ad rossonero Adriano Galliani raccontando alcuni momenti delle due ore trascorse a Milanello dal leader di Forza Italia, che ha invitato sei giovani ospiti, parenti di pazienti e dipendenti della casa di cura Sacra Famiglia di Cesano Boscone (Milano) dove sta scontando la condanna ai servizi sociali. La prima delle due storiche disfatte risale al 1973, quando il Milan di Nereo Rocco, reduce dalle fatiche per la conquista della coppa delle Coppe, nell'ultima di campionato scivola 5-3 al Bentegodi regalando il campionato alla Juventus. Diciassette anni più tardi è il Milan di Arrigo Sacchi che contro lo stesso avversario, nello stesso stadio, ancora una volta stremato da una semifinale di coppa dei Campioni, perde partita e corsa scudetto con il Napoli, con quattro rossoneri espulsi dall'arbitro Rosario Lo Bello: Costacurta, Rijkaard, Van Basten e lo stesso Sacchi. Galliani in mattinata, al telefono con l'ex allenatore, ha ricordato quella partita e quella «straordinaria annata», in cui il Milan salì sul trono d'Europa, sfiorando scudetto e coppa Italia. Oggi i tempi sono ben diversi, Milan e Hellas condividono il quinto posto e dopo la sosta i rossoneri devono confermare (soprattutto in difesa) i buoni segnali della vittoria di due settimane fa contro

l'altra squadra di Verona, il Chievo.



Menez è recuperato ma solo per la panchina (Montolivo è l'unico indisponibile), in attacco si prepara il tridente con Honda, Torres ed El Shaarawy, uno dei rossoneri da sempre più coccolati da Berlusconi. «Il presidente ha parlato con tutti i giocatori, senza soffermarsi con nessuno in particolare», ha aggiunto Galliani, senza rivelare cosa si sono detti a tavola con il presidente e Inzaghi, ma sottolineando che «quest'anno c'è una coesione fantastica» e anticipando quale sarà la strategia in vista del mercato di gennaio: «Rinforzi? Abbiamo tanti giocatori (28, ndr) e caso mai venderemo qualcuno».
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