A settembre non era proprio il momento, troppi grilli per la testa e pure un problemino fisico dal quale era reduce e che gli aveva fatto saltare le prime due di campionato contro Atalanta e Napoli: Domenico Berardi, detto Mimmo, calabrese di Cariati, ora è tornato e ha la testa giusta. Ed è stato un ritorno in grande stile. Sei gol in cinque partite e leadership nel Sassuolo pienamente confermata. E ora? C’è l’azzurro nei suoi occhi, stasera torna titolare contro Malta al San Nicola di Bari. Il problema è che quei grilli non sono del tutto scomparsi, sono stati solo messi da parte, congelati. Gennaio è vicino e la Juventus non ha cancellato il suo nome dalla lista dei rinforzi, mentre la Lazio, dopo averlo inseguito perché considerato ideale per il 4-3-3 di Sarri, lo ha dovuto fare per forza: Berardi, a ventinove anni (trenta li compierà ad agosto 2024, a Europeo terminato), ci pensa ancora e chissà, magari tra due-tre mesi si deciderà al grande salto in bianconero. Del resto, ora o mai più. Decisione che dovrà prendere con il Sassuolo, che chiede la luna per lui. Ed è questo uno dei motivi per cui la trattativa estiva alla fine è saltata, proprio quando Mimmo si era convinto di abbandonare la sua comfort zone. Luciano Spalletti, che come Sarri lo considera perfetto per il suo gioco, gli ha evitato la chiamata per le partite con Macedonia del nord e Ucraina («non ha il minutaggio giusto», disse il ct), ora lo ha riportato in azzurro e ha intenzione di regalargli una maglia da titolare, con Malta e Inghilterra.
INCAPACITÀ DI VENDERSI
Berardi è un personaggio particolare: silenzioso, timido, riservato, è uno che si vede e si sente poco. Ma in campo si fa notare e in passato ha saputo rispondere anche a chi pensava che fosse buono solo per i palcoscenici minori (vedi Sassuolo), diventando uno dei protagonisti, con Mancini ct, della vittoria all’ultimo Europeo, proprio a Wembley, proprio con l’Inghilterra, avversario degli azzurri la prossima settimana, martedì.