Joe Mazzulla, la scommessa in panchina dei Boston Celtics dal passato scandaloso

Classe 1988, di origini siciliane, è il coach più giovane di sempre a guidare la squadra biancoverde dopo la leggenda Bill Russell

Joe Mazzulla, la scommessa in panchina dei Boston Celtics dal passato scandaloso
di Leonardo Maltese
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Martedì 18 Ottobre 2022, 19:08 - Ultimo aggiornamento: 20 Ottobre, 10:53

La grande pallacanestro a stelle e strisce sta per tornare. Nella notte italiana le squadre Nba scenderanno in campo per disputare le prime partite della regular season. Tra i team più attesi spiccano i Boston Celtics, reduci da un'estate particolare. Bill Russell, capitano leggendario capace di vincere undici titoli in tredici stagioni a cavallo tra gli anni '50-'60, vero e proprio totem della franchigia, il 31 luglio è morto all'età di 88 anni. Società, coaching staff e tifosi si sono stretti in un lutto collettivo e la lega ha deciso di ritirare la maglia numero 6 in suo onore.

A scombussolare la pre-season sul parquet, invece, è stato il caso Marcus Smart, inizialmente sul mercato, poi rimasto tra i malumori, e l’infortunio di Danilo Gallinari, appena sbarcato nell'universo celtico, che sarà costretto a guardare i suoi da bordocampo per l'intera stagione. La tranquillità dell'ambiente biancoverde è stata definitivamente minata con la sospensione dell'head coach Ime Udoka, reo di aver avuto comportamenti scorretti durante una relazione sentimentale con una donna del suo staff. A sostituirlo è stato chiamato un allenatore ad interim italoamericano: Joe Mazzulla.

Classe 1988, di origini siciliane, è il coach più giovane di sempre alla guida di una squadra reduce dalle Finals. Ma non solo. É​ il più giovane a sedere sulla panchina bostoniana dopo Russell, che nella stagione 1966-67, a 32 anni, era stato promosso a ricoprire il ruolo di allenatore-giocatore. Una coincidenza curiosa nell'estate della sua scomparsa. L'ultimo incarico di Mazzulla da capo allenatore è stato a Fairmont State (Division II NCAA). L'occasione della vita è arrivata grazie a Brad Stevens, attuale president of basketball operations dei biancoverdi, che quando allenava nel 2019 lo ha voluto a tutti i costi nel suo staff tecnico : «Ho detto chiaramente a Joe che è perfetto per questo incarico, e che sarò a sua disposizione».

Fenomeno liceale nel Rhode Island, si è messo in luce nella sua Hendricken High School vincendo tre titoli statali consecutivi e venendo incoronato per due stagioni (nel 2004 e nel 2005) col premio di miglior giocatore dello stato. Passato al college a West Virginia non ha avuto lo stesso impatto ed è ricordato per una vicenda giudiziaria che nel 2009 lo portò ad essere sospeso dalla squadra universitaria: aggredì una donna all'interno di un bar afferrandola per il collo. «Ho commesso degli errori nella mia vita. Non sono perfetto. Ma ho lavorato su me stesso per diventare una persona migliore»: così ha voluto chiarire il proprio passato nella prima conferenza stampa da allenatore. Una storia di redenzione americana che vedremo se saprà suggellarsi con dei trionfi al TD Garden. Si parte con i Philadelphia 76ers di Doc Rivers, chiamato a riportare il titolo nella "città dell'amore fraterno" quarant'anni dopo l'ultima volta.

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