Roma, da Roberto Pruzzo fino a Romelu Lukaku: la tradizione dei numeri 9 giallorossi

Una tradizione di grandi attaccanti in giallorosso

Roma, da Roberto Pruzzo fino a Romelu Lukaku: la tradizione dei numeri 9 giallorossi
di Giuseppe Mustica
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Martedì 29 Agosto 2023, 15:02 - Ultimo aggiornamento: 19:53

Da Roberto e Romelu. Passando per Abel e Gabriel. Nel mezzo Francesco e Vincenzo. I numeri 9.Gli attaccanti. Quelli che muovono i sogni dei tifosi. Finalmente quel vero attaccante dopo Tammy, infortunato e convalescente, ce lo ha José Mourinho, che lo aspetta a Trigoria, per farlo diventare un grande della Roma. Romelu come i suoi predecessori. Lukaku come Pruzzo, il primo di questa lista.

Decennio storico

Dieci anni di Roma dal 1978 in poi. Dieci anni di amore per Roberto Pruzzo, che si è pure cucito lo scudetto sul petto. Cosa che pochi, da queste parti, si possono vantare (purtroppo) di avere fatto. Non solo il tricolore, ma anche quattro Coppe Italia, mica male. Oltre quarant'anni fa arrivò alla Roma per 3 miliardi più il prestito di Bruno Conti.

Una cifra folle allora, sicuramente più alta rispetto all'affare chiuso dai Friedkin.

Dall'Argentina

Il primo argentino a volare sotto la Sud è stato Abel Balbo, voluto da Mazzone, che la Roma prese dall'Udinese. In 149 partite di Serie A riuscì a mettere a segno 78 gol. La sua è stata una doppia avventura in giallorosso, con il sogno scudetto - da gregario - del quale anche lui si può fregiare. Chi invece, lo scudetto, lo ha vinto da protagonista è stato Gabriel Omar Batistuta. Dalla Fiorentina alla Capitale, con quel gol proprio alla sua ex squadra, decisivo, nel primo incrocio con quella che è stata sicuramente la maglia più importante della sua carriera, condito da lacrime e gioia. Fose nessun altro calciatore ha pianto in quel modo quando ha deciso un match. Ma i sentimenti una volta non si nascondevano, andavano di pari passo con le emozioni, senza vergogna. Batistuta, il Re Leone, è stato quell'attaccante da toccata e fuga. Quello che però ha regalato uno scudetto.

 

Vincenzo e Francesco

Insieme a Gabriel ha giocato Vincenzo Montella. Con Delvecchio si giocava ogni settimana il posto, ma poi in campo ci andava sempre lui. Ha segnato contro il Parma, in quella storica partita tricolore, ha vinto con la Roma. Così come ha vinto Totti, che proprio un centravanti non era ma che soprattutto con Spalletti quel ruolo lo ha fatto. Lì davanti, a disegnare calcio. Non solo giocate di prima - quante ne ricordiamo - ma gol, di rara bellezza. Tanti. Stupendi. Il Capitano.

Dzeko come Romelu

Nel 2015 l'aereo che doveva portare Dzeko a Ciampino è stato dirottato a Fiumicino. Troppe persone, traffico in tilt e città attaccata a Roma mandata letteralmente al manicomio. Si decise per il cambio di strategia, perché erano tutti ad aspettare il bosniaco. Con la Roma Edin per quello che è stato il suo splendore ha vinto poco. Qualcuno lo rimpiange ancora adesso. Di certo il debutto è stato il marchio di fabbrica: gol di testa, alla Juventus, subito, con Buffon battuto e Chiellini che nemmeno è riuscito a saltare. Bello. Ma poco vincente. Da queste parti siamo certi che adesso si accontenterebbero di qualcuno meno appariscente ma che possa portare i trofei. Magari con qualche gol messo lì, al punto giusto, quello decisivo. Tocca a Romelu Lukaku adesso

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