La Roma sprofonda, il Genoa apre la crisi: 5 punti in 6 partite, per Mourinho peggior inizio di sempre

Cristante risponde alla rete iniziale di Gudmundsson poi il crollo Retegui, Thorsby e Messias firmano il 4-1

Roma sprofonda, il Genoa apre la crisi: terza sconfitta in sei partite, i giallorossi fermi a 5 punti
di Stefano Carina, nostro inviato
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Giovedì 28 Settembre 2023, 23:16 - Ultimo aggiornamento: 29 Settembre, 09:59

Cinque punti in 6 gare. E dopo aver incontrato, Milan a parte, Salernitana, Verona, Empoli, Torino e Genoa. La Roma è gravemente in ritardo. Lo è stata per tutta l’estate, a rincorrere occasioni sul mercato. Lo è ancora di più adesso. Nel gioco, in classifica, nell’idea di squadra che non c’è. Il Genoa surclassa così i giallorossi, vincendo 4-1, dopo aver perso la coppia dei due centrali di centrocampo Strootman-Badelj, e aver vacillato per buoni 20 minuti della ripresa.

 

Il problema però è che se Lukaku per una sera non incide, basta affacciarsi nell’area giallorossa per mandare in tilt la squadra di Mou.

Senza Smalling e nessuno si offenda, senza Matic a fare filtro davanti alla difesa, la Roma fa acqua da tutte le parti (11 reti subite, peggio hanno fatto solo Empoli e Sassuolo). Basta aspettare il momento, che arriva puntualmente quando Paredes è lasciato da solo in mediana, e la squadra viene punita. E se non viene preso d’infilata l’argentino, c’è sempre un difensore a turno in ritardo o qualche dormita sulle palle da fermo, come nel gol del 3-1 di Thorsby. Non va nulla. Ora tocca a Mourinho mettere mano. E in fretta. 


A FREDDO
In avvio, squadre schierate a specchio con il Genoa più aggressivo dalle prime battute. Partenze che la Roma in questa stagione ha già dimostrato di soffrire a Verona (4’) e con il Milan (9’). Così puntualmente anche a Marassi dopo 4 minuti Mourinho è costretto a rincorrere. L’intero reparto ha qualcosa da farsi rimproverare: prima c’è un rinvio sbagliato di Spinazzola, poi Llorente (che un minuto prima aveva anticipato Retegui) è lento a chiudere, Kristensen sembra lì di passaggio e Gudmundsson, ricevuto il pallone dall’ex Strootman, non lascia scampo a Rui Patricio. La Roma impiega un po’ a riprendersi ma al primo affondo (22’) pareggia: accelerazione di Spinazzola che trova l’inserimento da dietro di Cristante che non può sbagliare. Uno a uno anche nelle sostituzioni: Thorsby ha preso già da qualche minuto il posto di Badelj mentre Bove entra per Llorente (con Cristante che scala in difesa) per l’ennesima noia muscolare (11° stop dall’inizio del campionato) al flessore. Gilardino però sta peggio: perché alla mezz’ora perde pure Strootman. E senza l’asse d’esperienza in mediana, il Genoa cambia atteggiamento, impaurito, abbassando il baricentro di una ventina di metri. Il problema è che la Roma non ne approfitta, continuando con il solito palleggio sterile che non riesce a innescare una volta che sia una Dybala e Lukaku. Così al Genoa basta un’altra accelerazione di Gudmundsson per tornare avanti. Paredes palesa per l’ennesima volta tutti i suoi limiti in fase difensiva, Bove e Kristensen guardano l’islandese destreggiarsi dalla sinistra. Il pallone finisce a Thorsby, abile a giocare di sponda per Retegui. Stop e tiro, senza pensarci, dell’italo-argentino che brucia Cristante e Rui Patricio. Prima dell’intervallo, Mancini - già ammonito - viene graziato da Orsato per una gomitata. 


ALL’ASSALTO
Ci pensa Mou a toglierlo, evitandogli un’espulsione annunciata. Al rientro in campo, dentro Belotti per un 4-3-3 iper offensivo. Lukaku trova subito il pari su assist di Dybala ma il gol è annullato per fuorigioco di rientro del belga. Il Genoa è all’angolo e si rintana negli ultimi 25 metri. L’impressione è che sia soltanto una questione di tempo per il pareggio. Si gioca infatti ad una sola porta, quella genoana: il pallone sorvola l’area in continuazione da una parte all’altra. Ci provano Paredes (murato), Cristante, Belotti e Pellegrini con il fortino rossoblù che vacilla ma non crolla. Cosa che puntualmente accade alla difesa giallorossa. Basta un angolo calciato dal solito Gudmundsson, Bani la rimette in mezzo e Thorsby anticipa almeno 3 o 4 romanisti in area siglando il 3-1. Roba da non credere. C’è tempo anche per Messias, al debutto stagionale, di siglare il 4-1. La Roma non c’è più. Ora è sedicesima a due punti dalla quartultima. Al fischio finale la squadra va sotto lo spicchio dei tifosi giallorossi che chiedono di «tirare fuori le palle». Il timore è che i problemi siano ben altri. Molto più seri.
 

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