Lukaku, parla Ausilio: «Non ci ha risposto al telefono. Sono mancati rispetto ed educazione»

Il ds nerazzurro ha parlato del caso dell'estate

Inter, Ausilio non dimentica: «Lukaku non ci ha risposto al telefono. Sono mancati rispetto ed educazione»
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Mercoledì 1 Novembre 2023, 15:21 - Ultimo aggiornamento: 3 Novembre, 09:26

Romelu Lukaku rimane al centro del dibattito in casa Inter. Dopo aver sconfitto la Roma 1-0 e aver ricoperto di fischi il belga a San Siro, è tornato a parlarne anche il ds nerazzurro Piero Ausilio, intervenuto a Radio Tv Serie A: « Di delusioni in tanti anni ne ho vissuta più di una. Con Lukaku c'è delusione per come è finita, ma ho rispetto nel cercare di non parlare di un giocatore di un'altra società. Mi piace parlare al presente e al futuro, lui è stato parte del passato dell'Inter. Mi viene da ricordare uno scudetto meraviglioso, una bellissima plusvalenza, vera, e due finali perse».

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Ausilio ha continuato: «In tutte le cose ci deve essere educazione e rispetto.

A un certo punto, le cose stavano andando avanti, ma sono venute a mancare proprio educazione e rispetto. Se c'è voglia di dirsi le cose negli occhi non c'è mai problema. Quando non si risponde al telefono, ci si nega o si risponda tramite altre persone, allora è il momento di voltare pagina. Da quell'8 luglio è andata così. La telefonata in cui mi sono arrabbiato? Una leggenda. Ci fu questa chiamata dopo vari tentativi, ma è durata poco. Fu decisa, ferma, ma niente di particolare. Dissi ciò che pensavo in poco tempo».

 

L'acquisto di cui è più orgoglioso

Nessun dubbio  invece su quale sia stato l'acquisto di cui va più orgoglioso: «Quella di Lautaro Martinez è una storia molto particolare perché di fatto era un giocatore dell'Atletico Madrid. Quando prendi un aereo e vai lì a tentare l'1% in una situazione compromessa al 99% rischi di fare brutta figura, ma furono 4 giorni pazzeschi. Mancava solo l'accordo con l'Atletico, c'era una clausola che per fortuna Lautaro non voleva esercitare e lì facemmo un grande lavoro di squadra. Mi aiutò Zanetti con il suo procuratore, Milito, con il loro durissimo presidente. Una volta chiuso tutto ci fu una partita disastrosa, perché lui fece 3 gol e si procurò un rigore quella sera. Ci sedemmo di nuovo al tavolo il giorno dopo e lo pagammo qualcosa in più, ma riuscimmo a portarlo a casa. Anche a Balotelli mi legano ricordi bellissimi, averlo messo nel calcio che conta: si è giocato la possibilità al 70%»

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