Schwazer 6 ore sotto torchio: fa i nomi e ora spera nello sconto per andare a Rio

Schwazer 6 ore sotto torchio: fa i nomi e ora spera nello sconto per andare a Rio
di Emiliano Bernardini
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Venerdì 21 Novembre 2014, 06:07 - Ultimo aggiornamento: 11:46
Parla Alex Schwazer. Fa nomi e risponde in modo puntuale alle domande della procura antidoping del Coni. Un interrogatorio fiume di quasi sei ore, scandito da ben 110 domande mirate. Praticamente il doppio del tempo che impiegò a Pechino nel 2008 per vincere la 50 km alle Olimpiadi. Negli uffici dello stadio Olimpico di Roma l'ex marciatore azzurro ha risposto ai quesiti degli inquirenti sportivi che alla fine lo hanno valutato come «estremamente collaborativo e credibile». Un atteggiamento che l'atleta adesso spera possa in qualche modo riaprirgli le porte dell'attività agonistica col sogno Rio 2016. I Giochi sono infatti l'obiettivo di Schwazer, squalificato per tre anni e mezzo per doping (fino al 30 gennaio 2016), in seguito alla sua positività all'Epo prima delle Olimpiadi di Londra.



NOMI CHE SCOTTANO

In primis il bolzanino ha dovuto rispondere in merito alle ulteriori due presunte violazioni del codice Wada: l'articolo 2.3 (mancata presentazione o rifiuto, senza giustificato motivo, di sottoporsi al prelievo dei campioni biologici) e l'articolo 2.5 (manomissione o tentata manomissione in relazione a qualsiasi fase dei controlli antidoping). «Abbiamo cercato di chiarire tutto quello che c'era da chiarire, e penso che ci siamo riusciti» la convinzione dell'ex marciatore, che avrebbe ricostruito nei dettagli tutta la sua vicenda, fornendo alla Procura anche i nomi di alcuni atleti, in particolar modo marciatori russi e ciclisti italiani, che nel corso degli anni avrebbero frequentato il dottor Michele Ferrari, inibito dalla Federazione. Adesso, ovviamente, gli inquirenti dovranno verificare le parole di Schwazer, anche alla luce di quanto dichiarato dalla sua ex fidanzata Carolina Kostner, visto che le due versioni non combaciano perfettamente.



BOTTIGLIETTA DI URINA

Schwazer ha inoltre spiegato due passaggi fondamentali emersi dall'inchiesta bolzanina ma anche dalle audizioni fatte dalla procura Antidoping: la sua presenza in Germania a Obertsdorf - a casa della sua ex fidanzata Carolina Kostner che, già ascoltata dalla Procura Coni, rischia una squalifica per complicità e omessa denuncia - e non a Racines, dove Schwazer aveva dato la sua disponibilità ai controlli (e dove il 30 luglio 2012 è stato poi trovato positivo all'Epo); il sequestro nella vettura di una sua bottiglia di urina. A proposito di quest'ultima, visto l'ottimo lavoro svolto dalla Procura guidata dal pm capo Maiello e dal suo vice Vigna, è stata concessa l'autorizzazione ad analizzare il campione d'urina. Il 29enne ora rischia un nuovo deferimento che potrebbe orientarsi verso la richiesta al Tribunale nazionale antidoping di altri 2 anni di squalifica (la sanzione minima, 4 se applicassero i 2+2 previsti per entrambe le violazioni, ndr).



SOGNO RIO 2016

Un sogno estremamente difficile quello che vede Schwazer in gara a Rio 2016, ma lui non si dà per vinto: «I giudici devono decidere in modo autonomo, io sono tornato ad allenarmi e quando sarà il momento sarò pronto a rientrare. Se sogno ancora di partecipare a Rio? Il sogno deve ancora incominciare...». La fattiva collaborazione potrebbe portare ad uno sconto sulla pena futura e non su quella pregressa. Nella migliore delle ipotesi ai 3 anni e mezzo potrebbero aggiungersi altri 4 mesi. Questo vorrebbe dire che Alex potrebbe tornare a gareggiare a maggio 2016, tre mesi prima del via dell'Olimpiade. Difficile possa farlo con la pettorina dell'Italia visto che è necessario un tempo di qualificazione entro marzo che, per forza di cose, non potrà ottenere. La soluzione dunque sarebbe quella di trovare una nazionale «minore» disposta a tesserarlo. Ipotesi che difficilmente troverà riscontro nella realtà.