Si tuffò e non si è più fermato finché non ha avuto 27 anni e 22 medaglie olimpiche, diciotto delle quali sono d’oro, una in più, lui solo, di tutta l’Italia che nuota, di tutti i suoi metalli, di maschi e di femmine, totale 17. Per la verità si è fermato a inizio agosto del 2012, uscendo delfino bagnato dalla frazione della staffetta mista 4x100: attese a bordo vasca che il collega Nathan Adrian nuotasse velocissimo i suoi 100 stile. Era l’ultima gara di Londra a cinque cerchi e l’ultima di Phelps: lascio per sempre, disse, ora mi diverto e basta. Cioè modelle e golf, Texas holdem e qualche birra in più, può darsi anche uno spinello, che già gli era capitato. Mica avrebbe fatto come Mark Spitz, che a più di quarant’anni s’era messo in mente (per mettersi in tasca un milione di dollari dello sponsor) di tornare in gara per Barcellona ’92, ma non ce l’aveva fatta; né come Ian Thorpe, che ai suoi tempi aveva rivoluzionato il nuoto ma poi questo sport era andato talmente avanti che quando Ian decise di riprovarci gli avversari lo lasciavano a sguazzare metri dietro e nemmeno si qualificò per Londra; né come Laure Manaudou, la bella tra le belle, che teneva a bordo vasca la piccola Manon, sua figlia, uno stuolo di ex e di spasimanti, e in acqua la rivale in tutto, Federica Pellegrini: ma non era più la stessa Laure di prima, sportivamente parlando.
L’ULTIMA VOLTA A LONDRA 2012
Solo che il sempre è come il mai: e Michael Phelps, cioè Baltimora Kid, dopo quasi due anni ha deciso di rimettersi in gioco e in Giochi, perché il suo obiettivo è Rio 2016, se sarà abbastanza forte ancora e se gli organizzatori brasiliani riusciranno a organizzare quell’Olimpiade, del che il mondo dubita.
RIENTRI CELEBRI
Dunque,tra le facce del rientro, ci si chiede quale sarà quella di Phelps. E’ capitato già in altri sport. Nella boxe, per esempio, George Foreman stette giù dal ring per 10 anni ma quando tornò diventò ancora campione del mondo e riuscì a riprendersi, a 45 anni, quel titolo che aveva peso vent’anni prima; a Mohammed Alì bastò un ritiro molto più corto (un annetto) per non riuscire a sconfiggere, titolo in palio, Larry Holmes che era stato suo sparring partner; Ray Sugar Leonard s'a ritirato più d’una volta, e più d’una volta è tornato, fra borse milionarie (11 milioni di dollari per un match contro Marvin Hagler) e contestati verdetti anche vincenti. Anche il ciclismo, il tennis, il basket e la Formula Uno hanno vissuto i loro remake: a volte sono stati dei bei sequel, come fu per la Navratilova, capace di vincere il doppio d’uno slam a 44 anni, o per la Clijster, che rientrata grazie a una wild card vinse l’Usa Open; a volte un vero flop, come fu il caso di Bjorn Borg che tornò dopo otto anni di lontananza, ma usando le racchette di legno d’allora e giocando quel tennis di cui era stato l’inventore ma non più concorrenziale: perdeva sempre al primo turno. Michael Jordan lasciò il basket per un anno e mezzo, voleva vincere nel baseball, il che non avvenne: tornò al basket e fu ancora tre volte campione Nba; secondo ritiro, secondo ritorno, ma stavolta andò male.
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