Il ct Giuliani, mago del nuoto di fondo, spinge gli azzurri lungo il fiume Kazanka

Il ct Giuliani, mago del nuoto di fondo, spinge gli azzurri lungo il fiume Kazanka
di Piero Mei
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Venerdì 24 Luglio 2015, 11:00 - Ultimo aggiornamento: 20:11
Il sindaco del fondo e di Piombino, dal 1992 sulla prima “panchina”, da un paio d’anni sulla seconda poltrona che «toglie tempo alla prima, impegna tremendamente, ma si sta ripartendo», Massimo Giuliani, è sulla riva del fiume Kazanka, un po’ freddo, un po’ limaccioso, molto piatto, campo del nuovo nuoto in acque libere che invece ormai sono acque piatte e prigioniere quando non addirittura una piscinona da giganti.

CAPRA E CAVOLI.
Spera che dall’andare da una riva all’altra del fiume, per un totale di 5000 metri uomini e donne separati, domani, e poi per 10 mila metri, e insieme nel team event (magari con i promessi sposi Ruffini e Ponselè e chissà che nell’andare nuotando non ci scappi una proposta di matrimonio di quelle da fare la storia personale e dello sport), e alla fine per 25 chilometri che sono 25 mila metri da nuotare uno alla volta e non finiscono mai, spera Giuliani, dicevamo di salvare capra e cavoli. La capra d’una medaglia, benvenuta da ovunque, e i cavoli della qualificazione olimpica nella gara dei 10 mila che è la sola della disciplina nei giorni a cinque cerchi.

AGGETTIVI.
Spera, Giuliani in un gruppo di ragazzi e ragazze per ciascuno dei quali propone un aggettivo: la innocente Raimondi, l’entusiasta Bridi, l’eclettica Ponselè, la tosta Bruni, la determinata Grimaldi, la seria Franco, il ponderato Ruffini, il mai contento Furlan, il serio Ercoli, l’imprevedibile Vanelli, lo scugnizzo Sansullo.
Spera, e pensa a come sono cambiati il mondo e il fondo da quei primordi del ’92. Dice che comunque la dote più importante per un nuotatore d’acque libere, di quelli che una volta cavalcavano l’onda (ricorderete Valerio Cleri nel mare di Ostia, per dire), è «la visione di campo». Una dote alla Francesco Totti, insomma.

VISIONE DI CAMPO.
Un tempo ciascuno navigava con la sua barca a fianco, ora c’è il gruppo e allora devi capire in un attimo cosa sta succedendo: l’onda giusta se c’è, la scia giusta, la cordata giusta, chi e dove seguire, chi e quando precederlo. Devi renderti conto lì per lì dove sei e dove sono i pericoli e i pericolosi, quando serve aggredire, quando difendersi. «Mille sono gli accadimenti in gara e mille le decisioni e le soluzioni possibili: quella giusta è una». Totti, appunto.
Sembra al cittì che le ragazze abbiano una visione di campo, come la chiama lui, migliore: la vista più lunga, il cervello più veloce? Chissà. E se l’idea è di almeno una medaglia, probabilmente pensa alla tosta Bruni, o alla Bridi, ragazza di Trento che è molto cresciuta. Anche Furlan gli pare migliorato assai, ma pure se il podio in generale lo descrive tipo miraggio lui che contava le medaglie prima del via ed era il conto giusto, in fondo al cuore probabilmente sogna più di quanto non dica.

PALTRINIERI E ROMA.
Ed a proposito di sogni ce n’è uno: più o meno a trent’anni c’è la maggior capacità aerobica dell’essere umano, la capacità della maratona e del fondo. Nel 2024 Gregorio Paltrinieri sarà in quell’età, e se ci fosse Roma olimpica... «Sarebbe perfetto». Già, lo sarebbe.