Da 7 anni a Sanremo vincono gli stranieri.
«In questo periodo storico non abbiamo corridori particolarmente adatti alle classiche, mentre siamo competitivi nelle grandi corse a tappe».
Dobbiamo aspettarci un’altra delusione?
«Di sicuro non siamo i favoriti ma la sorpresa, soprattutto in questo tipo di gara di quasi trecento chilometri, ci potrebbe scappare».
La primavera è cominciata senza squilli azzurri.
«Siamo appena agli inizi, la stagione vera comincerà con la Classicissima».
Pensa che si arriverà ancora allo sprint?
«Credo proprio di sì. Gli italiani dovranno fare di tutto per evitarlo, altrimenti non avranno speranze».
Quindi tira aria di rassegnazione...
«Questo no. Ci saranno squadre che, non avendo velocisti, terranno alto il ritmo per tutta la corsa. Prevedo una grande bagarre nel finale, soprattutto sul Poggio, sul quale vedremo qualche italiano in prima fila».
Quest’anno, per problemi organizzativi, è stata tolta la salita delle Maine.
«Sarà una corsa più facile ma, proprio per questo, ancora più difficile da controllare. Alcune squadre, come la Lampre e la Omega, avranno diverse carte da giocare e quindi dovranno gestire la corsa».
Ha fatto bene Nibali a scegliere la Parigi-Nizza, invece della Tirreno-Adriatico?
«Credo abbia deciso così per correre senza pressioni, non è adesso che dobbiamo aspettarlo protagonista».
Ma lo vede un Nibali rassegnato alla Sanremo?
«Assolutamente no. Ha fantasia e classe e sono convinto che qualcosa s’inventerà. Magari scendendo dal Poggio, dove si deciderà la Sanremo. Gli basterebbero pochi secondi di vantaggio per mettere a segno il grande colpo».
Quali saranno i favoriti?
«Sagan, perché può vincere su ogni terreno, Degenkolb, allo sprint, e Cancellara, in quanto è forza della natura».
Non ha citato Cavendish.
«C’è pure lui, che avrà Petacchi come gregario, ma lo vedo meno in forma di altri».
E gli italiani che possono far saltare il banco?
«Pozzato, Modolo, Ulissi e Nibali».
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