Tania Cagnotto, agli Europei obiettivo tripletta
Ma lei frena: «Non sono preparata»

Tania Cagnotto, agli Europei obiettivo tripletta Ma lei frena: «Non sono preparata»
di Piero Mei
3 Minuti di Lettura
Venerdì 15 Agosto 2014, 20:00
La collezione di medaglie internazionali nei tuffi, che se le indossasse tutte avrebbe un petto pi carico di quello di un generale dell’Armata Rossa del tempo che fu, Tania Cagnotto, figlia d’arte, la cominci proprio in questa piscina di Berlino dove da luned inizier l’Europeo anche per i tuffi. Era Europeo anche quella volta, anno 2002, Tania aveva 17 anni, l’aria fragile e timida che non ha più, e di medaglie ne vinse due, una d’argento (dalla piattaforma) e una di bronzo (syncro da 3 metri). Adesso va per tre in un colpo: da un metro, da 3 e nel syncro con Francesca Dallapè che le è compagna di successi da anni.

«Però stavolta non mi sono preparata» dice Tania che la litania della preparazione soft la recitò già l’anno scorso a Barcellona mondiale dove vinse due argenti in mezzo alle cinesi, ragazze dell’altro mondo. Lo dice sorridendo. C’è da crederle? Di certo Tania, che ha in mente di continuare fino a Rio2016, quando avrà 31 anni, la prende con la sua serietà bolzanina, ma anche con una allegria e un cuor leggero che promettono: «Però dall’anno prossimo cambio di nuovo e torno alla preparazione dura» dice, perché ci sono i mondiali di Kazan e poi laggiù Copacabana eccetera eccetera.

Dice Tania di essersi allenata poco anche perché «a Bolzano c’è la piscina all’aperto e a maggio faceva freddo: 13 gradi». «Non doveva tirare troppo - sostiene papà Giorgio che è anche il suo allenatore - perché a tirare troppo adesso si rischia di fondere il motore verso Rio». Anche un po’ di pretattica e scaramanzia.

A proposito della quale va segnalato, e Tania lo fa, che tra le tante medaglie dalla piattaforma o dal trampolino da ogni altezza, proprio quella europea da 3 metri le manca: l’occasione per riempire la casella vuota. Ricorda papà Giorgio che l’ultima volta sbatté e vinse Ulrike Knapp, anzi no, si corregge, Anna Linberg: il lapsus è freudiano, la Knapp si tuffava ai tempi di Giorgio, la Linberg ne è la figlia. I tuffi sono storie di famiglia.

«Spero di fare una gara regolare - dice Tania - e se la faccio come al Grand Prix di Bolzano sono contenta». La fece da 350 punti che, sostengono gli esperti dei numeri, qui sarebbero d’oro. «Una soddisfazione mi piacerebbe togliermela: Barcellona mi ha cambiato; dopo Londra 2012 non ero convinta, mi sono allenata poco, ma dentro di me speravo; Barcellona mi ha dato la giusta carica e la voglia di continuare; di affrontare le gare con serenità e senza una gran pressione; mi piace questa serenità che mi fa consapevole che l’errore ci può scappare». Ha una tale grinta da gara che cercherà di non farlo scappare nessuna delle tre volte (sei, eliminatorie prima di tutto) che le toccherà tuffarsi. «I dodici anni passati si sentono, ho male ovunque adesso, ma si sentono anche i bei ricordi; ero una bambina, la mascotte della compagnia». Ora è Tania.
© RIPRODUZIONE RISERVATA