Atletica, domani la nuova maratona nel cuore di Londra

Tower Bridge
di Piero Mei
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Sabato 5 Agosto 2017, 18:22 - Ultimo aggiornamento: 19:28
La maratona mondiale che si corre domani per le strade di Londra, partendo e arrivando alle pendici del Tower Bridge, ha un taglio postmoderno che non è ovviamente un taglio di metri ma di modi. I metri, anzi i chilometri, sono sempre quelli proprio da Londra 1908, quando la regina Alessandra chiese e ottenne che i principini potessero vedere la partenza della gara dalle torri di Windsor e dunque i 40 chilometri dell’originario percorso da Maratona ad Atene, con il soldato Fidippide che arrivò urlando “abbiamo vinto” e stramazzò morto, ebbero la prolunga. La regale nonna premurosa vinse, i principini ne subirono devastanti conseguenze (Giorgio fu il re balbuziente, Edoardo fu re per poco tempo inseguendo l’americana divorziata e di facili costumi per cui rinunciò al trono) e Dorando Pietri per quei metri in più perse l’oro. La regina Alessandra il giorno dopo gli consegnò, avendo il complesso di colpa, una coppa d’oro e Sir Arthur Conan Doyle ne raccontò da giornalista sul Daily Mail, interrompendo la scrittura di Sherlock Holmes. Stavolta niente di tutto questo: Elisabetta è a Balmoral, Scozia, e ha mandato solo un “good luck” a tutti.

POSTMODERNO
Le novità in linea con le maratone di oggi sono due: una di percorso e una di partecipazione. Il percorso è, in definitiva, un circuito cittadino lungo 10 chilometri da girare quattro volte, in luoghi iconici ma soprattutto in mezzo alla folla. L’attenzione per il pubblico è questa: la maratona prevedeva lo stare per strada per lungo tempo e poi vedere passare una volta sola la nuvola dei corridori e buonanotte. Invece così le 150 mila persone previste potranno applaudire i podisti ed incitarli quattro volte. Quanto alla partecipazione, non sono previsti i nomi grossissimi, quelli che frequentano luoghi come New York, Boston, Berlino, la stessa Londra nel suo tradizionale appuntamento: è che in questi luoghi vengono offerti ingaggi enormi, mentre al mondiale si vince un premio assai più striminzito ed il ritorno in sponsorizzazioni per gare così è anche minore.

ITALIA DA STRADA
Gli azzurri saranno presenti con due atleti, entrambi nella gara maschile che si disputerà con la partenza quattro ore prima di quella femminile. E’ la prima volta che le due gare si corrono in sequenza, naturalmente con le donne a partenza ritardata altrimenti rischierebbero il doppiaggio. Sono il campione europeo Daniele Meucci, ingegnere ricercatore nel campo della robotica (nessuna indagine sul Mobot, il gesto da robot con cui Mo Farah festeggia le sue vittorie in pista: la strada verrà dopo, forse...) e Stefano La Rosa. Meucci l’anno scorso era una bella speranza a Rio, ma dopo cinque chilometri subì un infortunio e si ritirò “perché tutti dicono corri con il cuore, ma in realtà è il corpo che comanda”. Lo scorso dicembre si è operato, ha corso una maratona a Rimini tanto per ottenere il tempo di qualificazione mondiale. “Rio - dice Meucci - l’avevo preparata proprio bene, ma succede che sei al cento per cento e poi dopo 5 chilometri... Ero deluso ed è dire poco, ma non potevo smettere di correre così”. Sostiene l’ingegnere di aver “lavorato bene, ma niente previsioni, che sono come quelle del tempo, che ti dicono che piove e c’è il sole. Sarà una gara difficile, mondiale, lo dice la parola stessa”. Stefano La Rosa ha avuto anche lui problemi fisici: operato all’anca, ha ripreso in Italia, correndo sempre “in casa” e cercando così quel tempo da mondiale che ha trovato. “Voglio vedere come posso correre a questi livelli”, dice l’appassionato di caccia e pesca che è.

PRONOSTICI & FUTURO
Che gara sarà? Non di quelle tipo New York o Berlino, partenza forte, lepri lungo la strada (non per la caccia, queste), ma per il ritmo di gara: “Io seguirò il mio ritmo” dice La Rosa; “Io non metterei la mano sul fuoco che sarà lenta all’inizio e veloce poi” dice l’ingegner Meucci, nessuna parentela con l’inventore del telefono. Parla di questa squadra di atleti di studenti e laureati, sempre più numerosi da quando il “pezzo di carta” è triennale: “Lo dico per me: io so che l’atletica è uno sport e finisce; ho pensato al dopo”. Ora avanzano sempre più africani venuti su dal Corno d’Africa, che non è solo il triangolo del colonialismo italiano, Etiopia, Eritrea e Somalia ma tutta la zona del Continente Nero. “Ma la maratona è imprevedibile - dice Meucci - e la palla gira”.

TENTATIVI DA RECORD
La maratona sta snaturandosi da gara su strada a tentativo di record: il “meno di due ore”. “Ma è un’altra cosa” dice La Rosa alludendo alle strade levigate che vengono scelte ed alle lepri che vengono impiegate ed ai rifornimenti a getto continuo che vengono proposti lungo il percorso. E’ una gara da laboratorio: addio l’epica di Fidippide, di Pietri e della regina Alessandra. Ma così va il mondo; per fare il Fidippide sono sufficienti uno smartphone e un messaggi
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