“Sapevo di avere margini ma non sapevo di quanto potevo migliorare rispetto al mattimo: speravo almeno un secondo” ha detto. L’ha anche fatto: la mattina aveva nuotato in 1:00.60. “Ho fatto una prima vasca aggressiva, anche troppo e quella di ritorno in 32; forse dovrei essere meno aggressivo, perché gli ultimi 10 metri non vedevo più la luce”. A 30 anni battere i propri limiti::: “Ma i limiti sono spesso nostri e riusciamo a superarli, con il lavoro, con un team di persone con cui ci si prepara e che debbono essere competenti: ho la fortuna che quelle con cui lavoro io lo sono in ogni ambito, nutrizione, preparazione fisica, atletica e naturalmente l’acqua”.
IL RAGAZZO E LA “SUA” GARA
“Questa è la mia gara” aveva commentato stamattina Thomas Ceccon, ragazzo emergente, classe 2001, capelli lunghi, dopo le batterie dei 100 dorso; “La tua gara mi sembra un po’ troppo”, l’aveva ripreso Simone Sabbioni, il dorsista d’Italia. Ma aveva ragione Thomas: la finale dei 100 l’ha vinta lui. Thomas, che ha lasciato Vicenza per Verona dove ora si allena, perché “fare ogni fiorno un’ora e mezza di macchina non andava bene e a Verona ho la corta e la lunga vicine e posso allenarmi meglio”. Ceccon ha anche infranto per la prima volta il muro dei 54 secondi, nuotando in 53.94. Sabbioni, dopo una prima vasca d’attacco, al ritorno è stato racciuffato e preceduto al tocco, 54.23 il suo tempo, con terzo Ciccarese, il simpaticissimo romano che ha nel mirino la gara più lunga, i 200.
FEDE GIU’ DAL PODIO
Federica Pellegrini non sale sul podio dei 50 dorso, e l’essere rimasta giù per terra sarebbe la notizia, non fosse che si tratta di una gara non “sua” (neppure a metà, come i 100), e che per Federica costituisce quasi un divertissement e una tappa di sveglia allo sprint che adesso frequenta. Comunque il tempo, 28.55, è il suo secondo di sempre pur se leggermente più alto di quello ottenuto in batteria. “Sono contenta di quello che sto facendo” ha detto, e ora farà i 100 dorso, i 100 stile libero. E la rana? “Quella è meglio di no, anche per chi la guarda”, scherza la nuova Federica, meno adrenalinica e più social.
La gara del dorso l’ha vinta Silvia Scalia, anche lei peggio in finale che non in batteria: ma “va bene così” dice e aggiunge: “E’ bello gareggiare con Federica, ti dà più stimoli”.
FARFALLE E FARFALLONE
Ottimi risultati per le due ragazze dello stile farfalla: nei 100 si qualifica come vincitrice Ilaria Bianchi (58.70) e prende il visto per Glasgow grazie al tempo Elena Di Liddo (57.75). Il tempo limite era di 58.4, “non è poi così difficile” aveva detto Ilaria, e per le due azzurre non lo è stato. “Tra noi è una bella sfida” dice, “ci fa crescere entrambe” dice la Di Liddo che ha avuto un gesto di disappunto: “Eh sì, pensavo di mettere la mano avanti”.
Tra le farfalle maschio un altro giovane in evidenza: è Andrea Vergani che dopo i 50 stile libero fa suoi anche i 50 farfalla nuotando in 23.65, crono che gli fa precedere il primatista italiano Piero Codia: “Il delfino l’ho preparato meno, ma le gare sono anche una questione mentale; volevo vincere, ed ho vinto due ori”. Anche Luca Dotto si è regalato questa gara ed ha vinto la finale B.
LA DONNA RANA
Francesca Fangio domina i 200 rana (2:26.72, primato personale) e manda auguri a tutti i familiari in tempi di compleanno, il papà domani e il nipotino di un anno i prossimi giorni. Voleva qualche centesimo in meno ma dice di essersi divertita, e guarda alla sfida con Martina Carraro, ranista ogni distanza, e qui seconda. Terza la Bartoloni, una adolescente addirittura del 2004!
SENZA FEDE
Andamento lento nei 200 stile libero senza la Pellegrini: si nuota intorno ai 2 minuti, e vince Stefania Pirozzi, 1:69.71, seconda la Caponi e terza, con una grande ultima vasca, Margherita Panziera, che frantuma il personale. “Il tempo non è entusiasmante” ammette la Pirozzi, che lascia i misti per dedicarsi al delfino e allo stile libero “che cercherò di approfondire con Federica”.
SOLDATI & CARABINIERI
Staffetta 4x200 maschile: le Forze Armate fermano l’Aniene. I due quartetti militari arrivano al titolo in perfetta parità, 7:16.31 il tempo totale nel quale toccano in contemporanea Matteo Ciampi dell’Esercito e Luca Dotto dei Carabinieri. Del primo quartetto, con assente Gabriele Detti, dolorino alla spalla, facevano parte con Ciampi anche Glessi, Di Fabio e Capitan Turrini; del secondo, con Luca Dotto, Samuel Pizzini richiamato d’urgenza dal fondo a sostituire un compagno, Filippo Megli e Marco Belotto che aveva un programma: “Capire se sapevo ancora nuotare”. Sa.
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