Aperta fino al 30 marzo, l’esposizione è un viaggio attraverso la storia del nostro Paese che si apre con gli abiti entrati nella memoria collettiva. I tanti visitatori che accedono alla mostra gratuitamente, ricordano così le esibizioni di Mina con le creazioni di Piero Gerardi, premio Oscar per i costumi de La dolce vita. E ancora, i balletti delle gemelle Kessler e di Heather Parisi.
Dopo gli abiti, inizia il vero viaggio. La mostra è divisa in otto aree tematiche, ognuna con un testimonial come Piero Angela per la scienza , Andrea Camilleri per cultura, o Bruno Pizzul per lo sport. Perché la Rai in Italia ha saputo raccontare, prima via radio e poi in tv, l’economia, la politica e la società di tutto il nostro Paese e del mondo intorno.
E l’obiettivo della mostra del Vittoriano è proprio questo: “Raccontare la storia di un’istituzione e contemporaneamente la storia del nostro immaginario collettivo, attraverso i simboli che tutti riconosciamo, i programmi che abbiamo seguito, i volti che ci hanno tenuto compagnia e le pagine di storia che abbiamo condiviso con trepidazione, gioia, dolore e curiosità”.
Così, tra le stanze dell’esposizione si rivedono le grandi vittorie sportive di italiani celebri, i programmi come Rischia Tutto e la politica raccontata da Bruno Vespa.
I visitatori vengono accompagnati dalle grandi voci della tv, attraverso documenti di archivio, filmati delle preziose Teche Rai, e anche opere d’arte di Guttuso, De Chirico e Nespolo. Nello spazio centrale, poi, la ricostruzione fedele di un set televisivo degli anni ’70 dopo una sala interamente dedicata alla radio con apparecchi storici e cimeli del passato.
Dopo l’esposizione romana, la mostra verrà allestita alla Triennale di Milano dal 29 aprile 2014.