Giletti a La 7 e il record di share la sera del no di Mattarella: «La Rai? Ascolti di più il Paese»

Giletti a La 7 e il record di share la sera del no di Mattarella: «La Rai? Ascolti di più il Paese»
di Fiamma Sanò
3 Minuti di Lettura
Martedì 29 Maggio 2018, 08:35 - Ultimo aggiornamento: 20:28
Metti che una sera ti trovi in diretta Di Battista, Salvini e Meloni che commentano, soltanto da te, una delle peggiori crisi politiche italiane di sempre. Quello che succede, lo sa bene Massimo Giletti. Che il 27 maggio con Non è l'Arena ha fatto il colpaccio: 13,51 di share. Un numero che significa due cose. Uno: raddoppiare la media della stagione del programma. Due: sorpassare Rai1 e Fabio Fazio che, in sovrapposizione dalle 20.51 alle 00.31, resta indietro con il 13.45. Così La7 diventa la terza rete in prime time, con una media del 13,66.

Si riferisce a Fazio?
«È la televisione di Stato che si deve fare una domanda; in momenti così delicati dovrebbe rompere la liturgia di una scaletta e ascoltare il Paese. Ma non è un problema mio. Noi facciamo tv per il contenuto, non per i numeri».

L'altra sera è stato merito o fortuna?
«La fortuna aiuta sempre. Ma uno che fa cinque ore di diretta non può basarsi su quella. Avere pronto un piano B è stato fondamentale. Avevo già deciso la mattina di mandare uno dei miei da Salvini a Spoleto».

Del presidente Mattarella che ne pensa?
«Non mi fermerei alla verità apparente. Se è successo, non è un caso».

Quale?
«Lo scopriremo presto. Intanto dallo scontro esce a testa alta Salvini. Ha gestito la questione come un Richelieu».

Addirittura?
«Il Salvini della Quirinal Exit è un gigante. È interessante dire che si andrà al voto e non abbassare la guardia».

Lei per chi ha votato?
«Non lo sanno neanche i miei che lavorano con me da dieci anni».

Come andrà a finire?
«Buffon agli esteri e Conte all'interno. Antonio Conte. Coppia di ferro».

Sicuro che dopo il raddoppio, non lascia e torna in Rai? L'hanno vista a viale Mazzini pochi giorni fa.
«La Rai è nel mio cuore. Rimane l'azienda in cui sono cresciuto, dove ho molti amici, persone oneste. È normale che mantenga rapporti attenti e continui».

È andato pranzo con qualcuno?
«Sono andato in banca: la mia è interna alla Rai».

La7 la premierà dopo questa stagione?
«Cairo mi ha premiato quando ha creduto in me. Sono io che devo ringraziare. Mi vedo con lui a fine giugno e insieme decideremo il futuro».

Ritratterà il compenso? È vero che ha un contratto da 400 mila euro, mentre in Rai ne prendeva 500 mila?
«In Rai avevo il dovere di dirlo. Oggi sono un professionista pagato da un gruppo privato».

Ci si vergogna di più a dire quando il compenso è alto, o quando è basso?
«Uno risponde alla morale in sé e basta. Il cielo stellato sopra di me, diceva Kant. Se porti tanto all'azienda, devi essere pagato tanto. Io ho sempre portato tanto e sono sempre stato pagato poco. Per me è più importante lavorare liberi».

Cos'è la libertà?
«Non avere padroni e non essere ricattabile.

Lei come ha fatto?
«Sono entrato in Rai telefonando al centralino. Non mi sono mai iscritto a un partito e non ho mai frequentato i salotti romani. Giovanni Minoli ha creduto in me».

Lei in cosa crede?
«In me stesso e nel mio gruppo di lavoro. Non era scontato che 10 ragazzi abbandonassero la Rai per me. È stato il momento più bello della mia vita. Siamo come gli ammutinati del Bounty, mi chiamano Capitano».

Qual è il suo sogno più grande?
«Andarmene a testa alta, un giorno all'improvviso, e fare il giro del mondo. Al momento giusto troverò il coraggio».

Non l'ha avuto finora per fare cosa?
«Amare fino in fondo una donna. Bisogna essere pronti a dare tutto senza chiedere nulla. Ancora oggi faccio fatica».

Con il lavoro però ce la fa?
«Sì. Ecco perché i ragazzi per me sono più che collaboratori, con loro un legame profondo. Il miracolo di ieri è dettato dalla forza di un gruppo che non muore mai».

Poi com'è che alla fine vince sempre Maria De Filippi?
«Maria sta su un altro pianeta. Nel mio modo di fare televisione rispetto solo poche persone, una di queste è lei. La numero uno assoluta. Non ci fosse stata lei, l'altra sera avremmo fatto il botto».
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA