Andrea Perroni: «Il varietà? Io ve lo porto in macchina»

Andrea Perroni: «Il varietà? Io ve lo porto in macchina»
di Ilaria Ravarino
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Martedì 24 Aprile 2018, 09:40 - Ultimo aggiornamento: 09:48

In radio ha duettato con Laura Pausini, ha fatto cantare Renato Zero a Marco Travaglio, ha convinto Anastacia a imitare Eros Ramazzotti. Ha interpretato Enzo, il tifoso della Roma, e imitato Giuseppe Cruciani. Ha un canale YouTube con migliaia di iscritti, quasi diecimila follower su Twitter, suona, canta, imita, riempie i teatri. In un mondo giusto, un talento così andrebbe almeno sfruttato. E infatti, dopo otto anni di Radio 2 Social Club con Luca Barbarossa, al comico Andrea Perroni tocca finalmente la grande occasione: il ritorno in tv come conduttore della seconda edizione di Fan Caraoke, format di Nonpanic da domani in seconda serata su Rai2.

Dopo tanta radio, la tv. Paura?
«No. Dalla tv manco da quattro anni, ma non ho mai avuto paura di prendermi una pausa. È tanto che il pubblico non mi vede? Forse. Però in questi anni mi ha ascoltato in radio».



In Fan Caraoke avrà un ospite in macchina. Canterete, vi racconterete. Non si è già visto?
«In Italia mettiamo sempre le mani avanti: tutto già visto, già fatto, già detto. Ma la mia versione del karaoke in macchina è unica. Senza presunzione, mi muovo sul mio terreno: suono, canto, imito, intervisto. Più che un karaoke sarà un varietà».

Il paragone con il Carpool Karaoke di James Corden pesa?
«No, perché quel programma non era autonomo come il nostro, ma si inseriva nello show di Corden. Certo, il mio sogno sarebbe far diventare il Fan Caraoke una specie di late show che si svolge prima in macchina e poi su un palco».

Karaoke in macchina: come si evita l'effetto-Uber?
«Scegliendo bene i contenuti. Cercando conversazioni autentiche con gli ospiti, non troppo costruite. Improvvisando. Andando a caccia dell'imprevisto. Anche nel percorso».

Per esempio?
«Durante una puntata ho fermato la macchina a Testaccio, davanti a un verduraio. Sono sceso e ho costretto Enrico Brignano a entrare e pelare le patate».

L'anno scorso conduceva Giampaolo Morelli. Che eredità le lascia?
«Un'eredità grande, è lui che ha avviato il programma. Io ho fatto qualche proposta: ho chiesto di avere cantanti solo come guest star e ho aggiunto dinamismo. Per esempio, nella puntata con Lorella Cuccarini, Raf entra al volo in auto, canta Sei la più bella del mondo e scende».

Nel programma vi segue un'auto con i fan dell'ospite. Serve davvero?
«Era indispensabile cambiare il format originale, i fan ci servivano: del resto il programma si chiama Fan-Caraoke. Abbiamo trovato gente interessante, disposta a tutto pur di incontrare l'ospite nella mia macchina».

Ma in Italia non abbiamo Adele. I nostri vip hanno fan così motivati?
«Proprio perché non siamo gli Stati Uniti, da noi i fan ce li hanno praticamente tutti. Non avete idea di quanta gente impazzisca per Iva Zanicchi. Vedrete, nella puntata dedicata a lei».

In tv manca cattiveria?
«Manca il rischio. Ci sono molti limiti da rispettare, specialmente nella tv pubblica. Il nostro obiettivo era tentare un piccolo azzardo. Tradizione e innovazione insieme. Speriamo di esserci riusciti».

Un collega che stima?
«Uno che non c'è più: Fabrizio Frizzi. Eravamo amici, amavo la sua umanità. Sarebbe bello se non avessimo sovrastrutture, come lui. I filtri andrebbero lasciati a Instagram».

E dopo Fan Caraoke? Che fa, sparisce di nuovo?
«No. La Rai mi ha dato fiducia grazie al lavoro che ho svolto in radio. Mi ha dato la macchina e mi ha detto: prova, se va bene la macchina, la prossima volta ti daremo uno studio. Mi hanno dato un suv, ma io questo programma l'avrei fatto anche con un motorino».
 

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