Gabriele Lavia: «Il mio film “L'uomo col fiore in bocca” è sperimentale, sarà trasmesso quando sarò morto all'una di notte»

Gabriele Lavia: «Il mio film “L'uomo col fiore in bocca” è sperimentale, sarà trasmesso quando sarò morto all'una di notte»
di Marco Lombardi
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Venerdì 1 Ottobre 2021, 16:58 - Ultimo aggiornamento: 3 Ottobre, 12:45

«Ho sbagliato tutto, nella mia vita professionale: da ragazzo disegnavo benissimo, avrei dovuto fare il pittore. Oppure - meglio - fare dei film di animazione. Come quelli di una volta, però: quelli di oggi, spesso, sono più frutto della matematica che della fantasia». A parlare è uno splendido "quasi ottantenne", Gabriele Lavia, che sul palco del Teatro Piccinni di Bari ha dato vita a un appassionante monologo di oltre un'ora, tutto improvvisato, intitolato L'uomo senza il fiore in bocca. Lo spettacolo è stato inserito all'interno del programma del BIF&ST 2021 in sostituzione del suo ultimo film, L'uomo col fiore in bocca, che avrebbe dovuto essere presentato a Bari, essendo stato girato proprio nel capoluogo pugliese al termine dell'edizione 2020, ma non è ancora ultimato.

Se nello spettacolo Lavia è scivolato - con un fluire di libere associazioni, leggere come i petali di un fiore - dalla filosofia shakespeariana del non essere al non esserci del film, e poi dal teatro greco alla poesia, senza dimenticare l'attualità («Perché tenere chiusi i cinema, per così tanto tempo? Erano già vuoti prima: il cinema, quello vero, è morto con la morte della pellicola»), si è poi confessato: «Per fare animazione sarei dovuto andare negli Stati Uniti, e non me la sono sentita.

Nonostante ora non riesca più - vista l'età - a concepire un'idea di futuro, potrei trasporre in animazione, se arrivasse la giusta occasione, proprio un'opera di Pirandello: non tanto “L'uomo dal fiore in bocca, piuttosto Il fu Mattia Pascal, il cui approccio espressionista, come del resto tutta la sua opera, si presterebbe molto bene al genere».

 Parlando del suo film, che potrebbe essere nel cartellone della prossima Festa del Cinema di Roma, se non addirittura del Festival di Cannes 2022, Lavia ha poi detto: «L'uomo dal fiore in bocca è in controtendenza rispetto al cinema contemporaneo, che si basa essenzialmente sulla parte visiva: nonostante si senta sempre la presenza della macchina da presa, fra certe inquadrature storte e le luci non naturalistiche, è un film di parole. Chissà, potrebbe essere paradossalmente considerato una pellicola innovativa, se non addirittura di ricerca, o sperimentale. Proprio per questo, quando sarò morto, verrà proiettato su Rai 5. All'una di notte, naturalmente», ha concluso ridendo. 

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