Due generazioni di artisti a confronto. smART - polo per l'arte, il nuovo spazio per l’arte contemporanea inaugurato a Roma lo scorso ottobre con una personale di Giacomo Costa, a cui e seguita una mostra di Silvia Iorio nata da un’esperienza di residenza,
prosegue la sua indagine artistica con Appartate, un percorso che dal 14 maggio fino al 25 luglio 2014 metterà a confronto due generazioni di artisti e curatori, Michela de Mattei (Roma, 1984) proposta da Saverio Verini (Citta di Castello, 1985) e Aldo Grazzi (Pomponesco, 1954) scelto da Aldo Iori (Crema, 1954), sul tema del tempo, affrontato con approcci differenti, ma medesima tensione di pensiero.
Il lavoro artistico di Michela de Mattei si focalizza sull’equilibrio compositivo e strutturale di materiali diversi, con una spiccata attitudine per la scultura.
Aldo Grazzi presenta tre serie di lavori, componendo un panorama che abbraccia l'ultimo decennio di produzione. Una serie è realizzata con grandi reti di materiale plastico, che ne hanno caratterizzato il linguaggio e lo hanno reso conosciuto al grande pubblico: il proprio razionale metodo definisce in esse immagini dall'elaborazione serrata e sospesa tra presenza e assenza. La coniugazione del fare e del tempo caratterizza anche le opere degli ultimi anni in nuove soluzioni formali ed espressive. Le opere Gemmazione o Cosmo sono realizzate a telaio con fili sintetici e perline colorate e trovano una temporanea e significativa collocazione nello spazio espositivo, catturando i riflessi della luce. Nei Senza titolo più recenti, gli accostamenti tra differenti elementi monocromi o colorati danno vita a inedite figurazioni dominate dall'idea della levità, piccole spazialità scultoree che dialogano con l'iconografia del vaso. Nella scelta del titolo della mostra, Appartate, si esplicita un'attitudine da parte degli artisti orientata verso la dimensione operativa intesa come atto individuale, intimo, lontano da ogni clamore, maniera o moda.
lavori dei due artisti, Michela de Mattei e Aldo Grazzi, si collocano all'interno di una loro personale ricerca, in entrambi i casi priva di facile retorica. Le opere ̶ a prescindere dalle dimensioni e dai materiali usati ̶ emergono e definiscono una specifica spazialità grazie alla propria discreta, ma affermativa, presenza e alle loro qualita formali senza mai ricorrere a forzature tematiche o artificiose attualizzazioni.