Il Premio Curcio alla nona edizione con la missione di convincere i giovani a preferire la lettura alla tv

Il Premio Curcio alla nona edizione con la missione di convincere i giovani a preferire la lettura alla tv
di Carmine Castoro
5 Minuti di Lettura
Lunedì 6 Ottobre 2014, 18:57 - Ultimo aggiornamento: 7 Ottobre, 22:46

Ridare fiato alla scrittura e alla riflessione per un pubblico adolescenziale di studenti abituati un po’ troppo, oggigiorno, all’immediatezza delle immagini televisive e alla sbiadita interattività dei menù virtuali.

Ridare freschezza e vitalità alla fantasia applicata alla concentrazione, alla ricerca e ad una intelligente interpretazione della realtà che ci circonda. Dunque, «un progetto che si rinnova con l'obiettivo strategico di contrastare l'analfabetismo di ritorno e di incentivare l'enorme potenziale di energie creative che i nostri ragazzi possono esprimere».

E' con queste parole che la vicepresidente della Armando Curcio Editore, Cristina Siciliano, ha aperto alla Biblioteca del Senato i lavori del convegno di presentazione della nona edizione del Premio Curcio per le Attività Creative, il concorso annuale che promuove la cultura della lettura rivolto a tutte le scuole italiane. Per la nona edizione il tema scelto e sul quale saranno chiamati ad esprimere la loro creatività gli studenti delle varie fasce d'età, sarà “L'educazione alimentare: dalla conoscenza alla salute”.

Tema attualissimo e carico di uno spessore emergenziale, visto il crescere negli ultimi anni dei disturbi alimentari nella fascia dei teenager, lo sviluppo distorto di modelli di riferimento che fanno capo al mondo patinato delle copertine e dello star-system, e visto soprattutto l’incancrenirsi di situazioni conflittuali all’interno del tessuto familiare e sociale, che vedono vittime e protagoniste le giovani generazioni.

Una sorta di “neo-cinismo” dominante che rosicchia le anime e disabitua al rapporto con se stessi e gli altri, se è vero quello che afferma il filosofo Aldo Marroni in un suo recente testo “La decivilizzazione estetica della società” (Bruno Mondadori), profondo e raffinato: “La civiltà occidentale ha dimenticato l’importanza di mantenere ben saldo il legame tra estetica e società, perché si è avviata sordamente verso la degenerazione del sentire collettivo che ha alimentato una radicale frammentazione in senso individualistico, una perdita dell’unità civile a partire dalla quale è possibile registrare forme di decivilizzazione della vita affettiva, della cultura e dei rapporti sociali”.

Esattamente ciò che forse proprio i giovani “somatizzano” negli scompensi del corpo e della mente, nella perdita di equilibrio psicofisico e nel disinteresse verso tutto quanto non sia distrazione, aspetto ludico ed effimero dell’esistenza.

Nel 2010 l'Unesco ha dichiarato la Dieta Mediterranea patrimonio dell'umanità, riconoscendola come modello virtuoso di salute e qualità della vita in quanto basato sulla biodiversità del nostro territorio. Non a caso, l’Italia, per l'Expo 2015, ha scelto il tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” confrontandosi con il problema del nutrimento dell’uomo e della Terra come momento di dialogo tra i protagonisti della comunità internazionale. Come conciliare la salute dell'individuo con quella del pianeta? Come ridurre gli sprechi? Trovare una misura tra gli stili di vita e una corretta alimentazione è, oggi più che mai, un'esigenza primaria. Su questo tema la scuola è chiamata a un ruolo di illuminata pedagogia, esigenza che ogni anno il Premio Curcio intercetta con saggezza e oculatezza.

Gli studenti che parteciperanno attivamente al concorso dovranno riflettere sui principali scenari dell'alimentazione: la scoperta del cibo locale e regionale, l'educazione ad un'alimentazione sana, la semplicità degli stili alimentari, la cultura del gusto.

L’iniziativa si avvale del patrocinio di due importanti associazioni di settore, l'AGE (Associazione Italiana Genitori) e ANP (Associazione nazionale dirigenti scolastici), che garantiscono la continuità e l'efficacia di questo progetto culturale in due contesti essenziali: quello didattico e quello familiare.

La mattinata di lancio del concorso è entrata nel vivo affrontando proprio il tema ispiratore. A parlarne è stato il professor Roberto Picozzi dell'A.I.O. (Associazione Italiana Obesità). “L'obesità è un fenomeno endemico del ventunesimo secolo, l'Italia è il paese d'Europa più colpito, con particolare incidenza nel nostro meridione – ha detto -. Spesso a subentrare non è vera fame ma il bisogno di colmare un “vuoto”, che può essere esistenziale, psicologico, e che vede nel cibo un modo per sostituire nell'immediato ciò di cui avremmo bisogno. Da qui l'importanza di una corretta educazione sulla materia, per capire che la salute parte soprattutto da un rapporto sano con il cibo”.

Un altro momento significativo è stato quello dedicato al tema del bullismo e della discriminazione, al centro di una sezione speciale del Premio. Per la sua attività e il suo impegno sul campo ha ritirato un premio speciale l'onore Isabella Rauti, in qualità di consigliere del ministro dell’Interno per le politiche di contrasto della violenza di genere, sessuale e del femminicidio. “Voglio dedicare questo premio – ha detto la Rauti – a tutti quelli che in prima linea combattono quotidianamente ogni forma di discriminazione nel rispetto delle identità e delle persone”.

"Bisogna imparare ad ascoltare i ragazzi", ha detto Giovanna Pini (docente di Pedagogia Teatrale e Teatro d’Animazione presso Università Roma Tre), uscendo dal solito schema di un insegnamento dall'alto, pensando agli studenti non come dei numeri ma come delle persone che oltre ad accumulare nozioni, svolgono un percorso importantissimo. Da qui la sua esperienza teatrale, nella quale il “fare” nel contesto didattico può contribuire fortemente nel contrasto alle varie forme di disagio giovanile.

A questo proposito è stata preziosa la testimonianza del campione olimpico di Barcellona '92 Luca Massaccesi (segretario dell'Osservatorio Nazionale su Bullismo e Doping) che ha ribadito come sia importante, nella scuola come nello sport, trasferire il messaggio che è sempre “difficile rialzarsi dopo che si è caduti. Abbiamo portato questo messaggio a più di 20.000 ragazzi di tutte le scuole italiane, da Trento a Campobasso. E lì abbiamo capito quanto fosse recepito da loro”.

A conclusione del convegno, il direttore dell'Istituto Europeo di Design Antonio Venece ha ribadito la “partnership strategica” con il Premio per evidenziare, qualora ce ne fosse ancora bisogno, il legame tra l'azione formativa e gli strumenti per entrare nel mondo del lavoro. A ribadire questo legame strategico, Venece ha consegnato personalmente la borsa di studio vinta l'anno scorso da Lorenzo Santinelli (del Liceo Democrito di Roma), cui sarà garantita la frequentazione al corso di Illustrazione e Animazione.