I tesori etruschi di Cerveteri in mostra al Palazzo delle Esposizioni

I tesori etruschi di Cerveteri in mostra al Palazzo delle Esposizioni
di Fabio Isman
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Lunedì 7 Aprile 2014, 12:39 - Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 13:07
Era la pi ricca citt dell’Etruria meridionale, come Vetulonia di quella settentrionale; ha restituito molti autentici tesori d’arte e di cultura; le sue antichità, con quelle di Vulci, sono le maggiormente pagate dal mercato clandestino; prospera dall’VIII secolo fino a metà del 300 a.C., quando Roma, racconta Tito Livio, le muove guerra; e adesso, Cerveteri annulla quei 45 chilometri di distanza dall’Urbe, e, dal 15 aprile al 20 luglio, i suoi tesori saranno in mostra a Palazzo delle Esposizioni, permettendo di così rivivere un periodo assolutamente d’oro. L’estremo sussulto dell’indipendenza etrusca si trascina fino all’89 a.C., quando la lex Julia impone la cittadinanza romana; ma prima, nella famosa Dodecapoli, Caere, come la chiamavano i romani, era assolutamente fondamentale. Per chi la abitava, in realtà, il nome era Kaisraie, e per i Greci Agylla. Fino a non troppo tempo fa, n’erano noti solo i grandi monumenti funerari, ma ormai, sappiamo parecchio anche della «città dei vivi». E ogni nuovo scavo, è una sorpresa. I maggiori tra questi ritrovamenti saranno ora esposti a Roma, per illustrare una città assai sviluppata già prima del’Urbe.



CAPOLAVORI

Non a caso, recentemente, quando i suoi reperti sono stati esposti a Parigi (Musée Maillol) e al «Louvre bis», a Lens, lo slogan, che invadeva perfino la metropolitana parigina, era «una grande civiltà prima di Roma». E i maggiori musei del mondo, che ormai li conservano, prestano i loro tesori, primi fra tutto il Sarcofago degli Sposi del Louvre, o le «lastre Campana», dallo stesso museo, acquistate quando il marchese Giovanni Pietro, direttore del Monte di Pietà, fa fallimento nel 1857, tra i massimi “crack” prima di quello di Michele Sindona. La rassegna s’intitola Gli etruschi e il Mediterraneo, la città di Cerveteri, anche se tra il mare e l’abitato ci sono sei chilometri: il suo porto era quello di Pyrgi. È prodotta con il Louvre: i curatori sono i francesi Françoise Gaultier e Laurent Haumesser, Paola Santoro e Vicenza Bellelli, del Cnr, Alfonsina Russo Tagliente, soprintendente per l’Etruria Meridionale e Rita Cosentino che si occupa da sempre del luogo. Illustreranno la «città più prospera e popolata degli Etruschi», lo dice Dionigi da Alicarnasso, anche il Sarcofago del Magistrato, del IV sec. a.C., dai Musei Vaticani; le Lamine d’oro di Pyrgi, un’immensa scoperta di Massimo Pallottino; vasi e statuette di grande impatto visivo e importanza assoluta.



CLANDESTINI

Da Cerveteri proviene il famoso Cratere di Eufronio, prima antichità pagata un milione di dollari da un museo (era il 1972 e li sborsò il Louvre), ormai tornato in Italia con la «kylix» dipinta dalle avventure di Troia. E da qui arriva anche il terzo Sarcofago degli Sposi esistente al mondo (il più bello è a Villa Giulia; quello del Louvre, che per la prima volta lascia la Francia, lo è un po’ di meno): ne è testimonianza la polaroid di una spedizione in Svizzera tra due celeberrimi «trafficanti», da Mario Bruno a Gianfranco Becchina, e i piedini mancanti alla scultura che archeologi e carabinieri trovarono a Cerveteri l’indomani dello scavo. Ma i carabinieri, che da tempo sono sulle sue tracce, lo stanno ancora cercando; e perciò in mostra, purtroppo, non ci sarà. In compenso, non mancheranno nuovi reperti, frutto degli scavi più recenti.

Perché se un tempo Cerveteri era soltanto quanto si era salvato nei suoi tumuli tombali, ora ne conosciamo anche alcuni dei templi e dei pubblici edifici. Per carità: non è certo facile scavare l’antica città, cui si è sovrapposta quella attuale; ma dopo gli esordi archeologici e le prime ricerche soprattutto nell’Ottocento, quelle recenti hanno regalato, negli ultimi decenni, sorprese e scoperte. I reperti maggiormente ormai «storici» provengono da Berlino (l’Antikensammlung), Copenaghen (la Ny Carlsber Glyptotek), Londra (il British), e soprattutto dal Louvre, che, solo da Campana, acquisì, in blocco, 11.835 reperti, in buona parte scavati proprio a Cerveteri: la Galerie Campana occupa oggi ben otto sale al primo piano dell’ala Sully nel più visitato museo al mondo. E numerosi saranno gli inediti.

Ma soprattutto, una delle prime volte, si ricostruirà, in modo compiuto e completo, la storia di una città, delle maggiori al mondo nell’età antica. La mostra non sarà soltanto una pur rilevante gallerie di bellezze: piuttosto il racconto di una immensa civiltà, con gli usi, i costumi, i riti, gli dei, le bellezze. Insomma, tutto il suo mondo.
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