Si debutta il 7 a Bari e si passa per Napoli, dopo tanti anni: «Torno al San Paolo, per questo non faccio Roma. Lì registrerò anche un dvd». E si va avanti per altre 13 date che, aggiunte alle 7 dell'anno scorso, fanno 21, per un totale di un milione di spettatori e un fatturato attorno ai 40 milioni: roba da azienda del rock. Il concerto, in pratica, è già pronto con le chitarre al massimo, ma la sorpresa sarà un set acustico. «Il concerto sarà lungo, con 28 titoli e nove canzoni nuove», rivela.
È sereno, riposato, perfino pacificato il rocker di Zocca che ha scoperto il segreto della musica come terapia. Racconta: «Sono sempre stato un'anima in pena e ora cerco di capire il mondo dell'inconscio per star meglio. Ho letto Freud, ora leggo Jung». No, non va dall'analista, almeno ancora: «Mi diverte, però, ricordare i sogni che faccio e siccome ci vuole qualcuno a cui raccontarli li metto nelle mie canzoni». È capitato così anche con Quante volte, un altro dei pezzi nuovi: «Quante volte sono stato sul palco: proprio in questi giorni ho festeggiato i 36 anni dal mio debutto, il 26 maggio del '79 in piazza Maggiore a Bologna».
Quanta strada ha fatto Vasco. «Sono andato più in là di quanto avessi programmato. Negli anni 80 le rockstar morivano come mosche e io ero pronto a sacrificarmi sull'altare del rock. Quando poi mi sono ritrovato vivo, non sapevo più cosa fare. Avevo scritto Albachiara, Una vita spericolata, a quel punto puoi anche morire e, forse, è perfino meglio». Invece no, così ecco la sfida: «Ero in un vicolo cieco, poi un giorno, con la chitarra ho cominciato a giocare scherzando sulla ragazza che mi aveva appena lasciato ed è venuto fuori un verso così: la mia ragazza mi ha lasciato, è colpa mia. Poi, dopo Lunedì e C'è chi dice, sono arrivati Gli spari sopra, gli anni 90 e gli stadi».
Vasco Rossi così è diventato Vasco, il papa del rock di casa nostra, con la sua folla di fedeli: «Questo è il nostro mestiere, non fare dischi. Il mercato discografico è stato una bolla». Dunque, il rapporto col pubblico su tutto: «Le mie canzoni sono vere, oneste, sincere, ma capisco l'effetto che fanno le mie parole. Per questo non parlo più di politica. Non è giusto, soprattutto per uno così famoso che può influenzare la gente». Il massimo che concede è la sua benedizione ai matrimoni gay, «anche se - aggiunge - con il Vaticano sarà dura che passi».