Il Sanremo della tranquillità: quest'anno niente scandali e sorprese

Il Sanremo della tranquillità: quest'anno niente scandali e sorprese
di Marco Molendini
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Martedì 10 Febbraio 2015, 05:48 - Ultimo aggiornamento: 13:39
Il Festival della tranquillità è un format inedito. Che funzioni è tutt'altro discorso. E qualche preoccupazione c'è: «Qualche scandalo farebbe bene» scherzava ieri il direttore di Rai1 Giancarlo Leone. E poi ha enumerato gli episodi caldi degli ultimi tre anni: la celentanata del 2012, Crozza preelettorale e contestato del 2013, la marcia di Grillo e la contestazione (vera o meno) di tre operai dell'anno scorso. Quest'anno niente. E Carlo Conti, il capitano del Festival (così è stato definito), è un uomo che viaggia sulla linea mediana, un fondista del video, senza alti nè bassi. Non tocca la calma piatta dell'Ariston neppure il fatto che si sia allungata la lista degli ospiti con guai: Tiziano Ferro e Gianna Nannini con le contestazioni fiscali, l'allenatore della nazionale, Antonio Conte accusato di frode sportiva, oltre al patron della Sampdoria Massimo Ferrero che porta in dote un patteggiamento per bancarotta fraudolenta. Un po' tanti per un festival che, come dice Conti, vuole essere formato famiglia. La scelta è l'imperturbabilità («le valutazioni competono ad organi che non si sono ancora dichiarati in modo definitivo» schiva la Rai). E non c'è reazione (giustamente) neppure alle obiezioni integraliste che se la prendono (in mancanza d'altro) con la presenza barbuta di Conchita Wurst («canterà non la intervisterò» mette le mani avanti Conti) che fa coppia con la canzone Io sono una finestra (tema: l'identità sessuale) di Grazia Di Michele e Mauro Coruzzi.



Il Festival Conti ha l'ambizione di andare col pilota automatico, distribuendo ospiti e canzoni a go go. «La pubblicità ci ha chiesto di non chiudere prima della mezzanotte e venti» giustifica il capitan conduttore. E così, per allungare il brodo, ha inzeppato il suo Festival di visitatori a vario titolo. Ne spuntano di nuovi in continuazione. Così ieri, durante la presentazione ufficiale all'Ariston, col presentatore fra le sue damigelle, la mora (Arisa), la bionda (Emma) e la bella (Rocìo), sono saltati fuori, oltre a quelli già annunciati, i Pilobulos, il musical Romeo e Giulietta, Rocco Tanica che farà una rassegna stampa a fine serata, la Pfm con la banda dell'esercito, Enrico Ruggeri che renderà omaggio a Gaber, Iannacci e Faletti, una famiglia di Catanzaro che detiene il record di figli (sono 16), Ferrero, appunto. Ci saranno poi i ricordi dovuti a Pino Daniele e Mango, eccetera eccetera.

I BRANI

In mezzo, è il caso di non dimenticarlo, ci sono le canzoni che ieri hanno fatto il debutto ufficiale all'Ariston con le prove aperte alla stampa. Conferma sostanziale che la linea musicale non vola, gioca su immediatezza, semplicità ma anche scontatezza. Tanti i brani che rimasticano il già sentito. Molte le ambizioni di andare a segno con facilità. Si parla tanto del Volo, i tre ragazzi cavalcano un pezzo (Grande amore) che fa pensare alle cose peggiori del Pavarotti & friends, un crossover che non va per il sottile puntando al bersaglio grosso. Le cose migliori sono Sola, il bel blues di Nina Zilli, che in prova ha canto benissimo, Fatti avanti amore di Nek, uno dei pochi brani veloci che scivola via piacevolmente anche se il testo anatomico non è granché, Un attimo importante di Alex Britti, che ha un impianto meno tradizionale ma aggancia un ritornello indovinato. La sofisticata, Io sono una finestra, di Grazia Di Michele e Mauro Coruzzi ha il gusto di una jazz ballad, ma l'emozione ha tradito il test di Mauro che non ha trovato l'intonazione. Quanto ai giovani, la migliore è Chiara, voce piena, duttile, un pezzo costruito bene. Gli altri (da Dear Jack a Annalisa, a Nesli che vascorosseggia, a Lorenzo Fragola) sanno cantare ma sono privi di espressione, non danno peso alle parole e, se poi le parole sono banali, la frittata è fatta, non basta un riff facile facile. Quanto ai veterani, la gran voce di Lara Fabian meriterebbe di meglio come canzone, Masini, ha un pezzo non raffinato ma solido, mentre Malika Ayane non trova il centro gravitazionale del suo brano. Infine Vita d'inferno di Biggio e Mandelli, fa il verso a Cochi e Renato, è velleitaria ma simpatica (Biggio ha qualche problema di intonazione) col gran merito di sfuggire al tema dominante dei sentimenti provando a raccontare uno stato d'animo nazionale.

Stasera vanno in scena i primi dieci big: nell'ordine Chiara, Grignani, Britti, Malika Ayane, Dear Jack, Lara Fabian, Nek, Di Michele-Coruzzi, Annalisa, Nesli. Ma il centro della serata è la reunion storico sentimentale fra Albano e Romina, pronti a un medley nostalgico: «Sarà il trionfo della pace tra noi» dice lui. Lei non commenta.