Era un caldo pomeriggio d'estate, davanti ai suoi occhi che si sono chiusi per l'ultima volta c'era l'amato mare di Lampedusa e il tramonto. Domenico Modugno, mister Volare per mezzo mondo, moriva vent'anni fa: il 6 agosto del 1994, a 66 anni. Già provato da tempo nel fisico, lasciò un segno indelebile nella musica italiana, ma non solo. Portò il «bel canto», il talento e il fascino del Belpaese dove nessuno si era mai spinto fino a quel momento: Nel blu dipinto di blu, che tutti - indistintamente - hanno cominciato a chiamare Volare è diventato una sorta di inno nazionale.
Modugno, che fu il cantante italiano più conosciuto all'estero con oltre 60 milioni di dischi venduti, era nato il 9 gennaio del 1928 a Polignano a Mare (Bari).
Come una sorta di Re Mida, ogni brano che le sue corde vocali affrontavano si trasformava in un successo: altre due vittorie a Sanremo (nel '62 e nel '66), una al Festival di Napoli (nel '64 con Tu sì 'na cosa grande) e la fama mondiale. Intanto diventò anche attore di cinema e teatro (memorabile il suo Rinaldo in campo), regista, volto tv. La sua carriera subì una brusca interruzione quando, durante la registrazione della trasmissione La luna nel pozzo di Canale 5, fu colpito da un ictus. Nell'ultima parte della sua vita fu anche politico (deputato per il Partito Radicale). La sua Polignano a Mare (Bari), nel ventennale dalla sua morte, ha organizzato 'Meraviglioso Modugnò: un omaggio con Gino Paoli e Danilo Rea, Malika Ayane, Marta Sui Tubi, Diodato, Rocco Hunt e Renzo Rubino che reinterpreteranno alcuni dei suoi brani più celebri di Modugno.
«Ognuno di noi è cresciuto con Modugno, o direttamente o grazie ai genitori - racconta Giovanni Gulino dei Marta sui Tubi, che porteranno i brani Ù pisci spada (Lu pisce spada) e Tre somari e tre briganti -. Metteva una gioia e una solarità nel canto che ancora oggi ti mette di buonumore. Non posso dire che abbia influito sulla nostra musica, ma certo è stato un personaggio molto forte, con un gran carisma. Un uomo del Sud moderno e un mito: ha segnato una rivoluzione nella musica italiana».
«Per me è un punto di riferimento, riscoperto da non moltissimo tempo - aggiunge Diodato, pugliese come mister Volare, che proporrà Piove e Selene -. Nel suo modo di fare e di essere riconosco la mia terra. Il suo essere genuino, la sua capacità di trasmettere emozioni, la sua energia positiva e l'empatia sono stati il segno del suo successo. Era capace di abbracciare il pubblico e di farsi a sua volta abbracciare. Ha portato nel mondo il meglio dell'essere italiano. E le sue canzoni - continua il giovane cantautore - custodiscono il segreto di rimanere attuali, un segreto che mi piacerebbe scoprire».