L’insolita presa di posizione dell’artista britannico sta già facendo discutere molti dei suoi sostenitori ma Yusuf l’ha difesa attraverso un comunicato ufficiale al quale ha anche affidato il suo dispiacere per l’inconveniente: “Sfortunatamente non suonerò a New York questa volta e non vedo l'ora di esibirmi a Philadelphia il 4 dicembre, ma spero di tornare a New York in futuro - si legge nella nota -. I miei fan capiranno e io li ringrazio per avermi informato dei prezzi dei biglietti da strozzini che si vedevano in giro in alcuni siti web. Io sono da tempo un sostenitore dei biglietti virtuali per i miei show in tutto il mondo per evitare il bagarinaggio. Sfortunatamente New York ha una legge che richiede che tutti i biglietti per spettacoli venduti in città siano cartacei, così è più facile comprarli e rivenderli a prezzo gonfiato”.
Secondo il sito Aol News alcuni biglietti del costo di 190 dollari (circa 150 euro) sono stati rimessi in vendita con prezzi schizzati fino a 11mila dollari (oltre 8.600 dollari).
Un atto intollerabile per l’interprete di “Father and Son” che, a prescindere dalle opinioni sulla sua decisione, ha indiscutibilmente deciso di anteporre gli interessi del “suo” pubblico a quelli personali. La tournée, che toccherà l’Europa, compresa l’Italia nella data milanese dell’11 novembre, e per la prima volta da 25 anni a questa parte il Nord America, infatti seguirà di qualche giorno l’uscita di “Tell ‘Em I’m Gone”, il suo ultimo album.
Un po’ di promozione anche a New York non avrebbe fatto certo male al disco ma ad accendere il rammarico di Yusuf, al di là degli aspetti economici, è soprattutto il disappunto per il tormentato rapporto con la “Grande Mela”, dove il cantante non si esibisce da ben 40 anni. Pazienza, i suoi numerosi fan sapranno aspettare ancora.