Alle Gallerie dell'Accademia si celebra le fioritura editoriale della Venezia del XVI secolo

Giorgione - La Tempesta intero 001- 38946
di Mariapia Bruno
2 Minuti di Lettura
Domenica 10 Aprile 2016, 11:50 - Ultimo aggiornamento: 13 Aprile, 16:55

Tra la fine del Xv e i primi anni del XVI secolo Venezia vide una fioritura straordinaria: cerniera tra Oriente e Occidente, vide sbocciare qualsiasi linguaggio artistico in pochi decenni; tra questi linguaggi c’era anche l’editoria, la città divenne, infatti, capitale internazionale della stampa. Quest’età dell’oro viene adesso ricordata dalla mostra intitolata Aldo Manuzio. Il Rinascimento di Venezia, ospitata fino al 19 giugno 2016 alle Gallerie dell’Accademia e curata da Guido Beltramini, Davide Gasparotto e Giulio Manieri Elia. La retrospettiva racconta, attraverso opere d’arte e preziose edizioni stampate nel periodo dorato, volate nella laguna da grandi musei italiani e stranieri, un fruttuoso connubio di culture, tradizioni e saperi. 


Ma chi era Aldo Manuzio? Editore, grammatico e umanista, Manuzio fu colui che per la prima volta volle rendere disponibili al pubblico degli studiosi e di letterati del suo tempo i grandi classici della cultura greca, da Omero ad Aristotele, da Sofocle a Euripide a Tucidide, per poi raccogliere i testi latini da Virgilio a Cicerone, da Orazio a Ovidio, a Catullo, a Properzio, Lucrezio, Giovenale, Marziale, e ancora ebraici e italiani della nuova letteratura in volgare. E’ stato grazie all’attività di Manuzio e alla sua collaborazione con Pietro Bembo che il volgare riuscì ad affermarsi, accanto al latino, come lingua della contemporaneità in tutta Europa. La diffusione di questi testi favorì non solo la conoscenza, ma anche l’emergere di temi e motivi assolutamente nuovi anche nel campo delle arti figurative; maestri come Giovanni Bellini, Cima da Conegliano, Jacopo de’ Barbari trassero ispirazione dai testi della classicità greca e latina, ora finalmente fruibili con facilità anche da un pubblico laico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA