Gli abiti magici di Tosi, la Fondazione Fendi rende omaggio al grande costumista di cinema e teatro

Piero Tosi a Spoleto con la costumista Gabriella Pescucci e Carla Fendi
di Paola Pisa
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Domenica 29 Giugno 2014, 13:45 - Ultimo aggiornamento: 13:46
Claudia Cardinale alza delicatamente il velo bianco da sposa e l'emozione intensa. Quando l'attrice indossa l'abito di Angelica e balla con il bel principe di Salina, un indimenticabile Burt Lancaster, si è travolti con lei in valzer vorticosi tra i sontuosi saloni del “Gattopardo”. Nelle nicchie, e sulla cupola della bellissima Chiesa sconsacrata della Manna d'Oro, che si trova nella piazza del Duomo di Spoleto, scorrono gigantesche le immagini di Alida Valli in “Senso”, di Silvana Mangano in “Morte a Venezia”, di Charlotte Rampling in “Portiere di Notte”, di Helmut Bergen in “Ludwig” e creano momenti di spettacolarità onirica. La storia del cinema avvolge e circonda come un sogno. I più bei film rivivono nella emozionante messa in scena che è un omaggio a uno dei più grandi talenti della cinematografia mondiale e alla sua arte di fare costumi. Disegni, schizzi di cappelli e mise, scatti del fotografo Fiorenzo Niccoli arricchiscono le immagini sugli schermi.



MESSA IN SCENA

Questa è solo una delle parti in cui si compone "I due mondi di Piero Tosi", mostra-installazione che è stata inaugurata ieri ed è stata fortemente voluta da Carla Fendi e dalla sua Fondazione. Nella seconda parte, quella che si trova in un fascinoso sotterraneo della stessa chiesa, foderato di materia metallica, sono raccolti i costumi che lo stesso Tosi ha creato per il Festival di Spoleto, in questi ultimi tempi è tornato ad avere gloria e fama grazie alla direzione di Giorgio Ferrara. «Ho voluto una Cappella Sistina del cinema. Ho pensato che proprio il grande schermo con le sue potenti immagini potesse diventare la storicizzazione della nostra cultura», dichiara Quirino Conti, regista e scenografo direttore artistico dell'esposizione.



LE CREAZIONI

Si possono ammirare i vestiti fatti per il “Macbeth” del 1958 tra cui uno femminile di raso azzurro, con strascico e drappeggi, ricami in argento brunito. Ci sono gli abiti per “Manon Lescaut” del 1973, regia ancora di Visconti. Direttore, il mitico Thomas Schippers. Per la protagonista un vestito di seta salmone, con pizzi antichi e sottogonna originale del 1890. Artigianelle e studenti portano corpetti stringati e marsine. Tutto è perfetto, artigianale, concesso dalla Fondazione Tirelli-Trappetti. Opera della celebre sartoria teatrale romana. Per la “Traviata” del 1963 ecco due enormi gonne, la seta avorio gioca con il verde delle balze, dei ricami, delle frange. “La Maschera”, nata per la performance di Peppe Barra Theatre Minute “Che cos'è l'amore”, Tosi ha fatto un costume da Pierrot in raso avorio con nastri albicocca. Le scarpette ornate da grandi fiocchi. E ancora gli abiti per “Il matrimonio segreto”, di Cimarosa, del 2013, ed ecco allora marsine con profili di seta. Bottoneria fatta a mano. Perfezione, esigenza nei dettagli, ma grande personalità per dare carattere ai personaggi.



LA RIVOLUZIONE

Con Tosi il costume diventa moderno. Cambia. L'abito non è un "di più", ma parte integrante della narrazione. Costumista teatrale e cinematografico, nato a Sesto Fiorentino nel 1927. Ha studiato con Ottone Rosai. È stato tra i collaboratori preferiti di Visconti, Monicelli, Cavani, Bolognini. Ha inventato l'abito della Magnani in “Bellissima”. Firmato i costumi di “Rocco e suoi fratelli”, di “Le notti bianche”, di “Medea” di Pasolini, di “Vacanze a Ischia” e de’ “I compagni” di Monicelli. Di tantissime opere liriche.



IL PREMIO OSCAR

Di lui Alberto Arbasino in “Ritratti Italiani” (Adelphi) scriveva: «Il personaggio Piero Tosi continua a ritirasi nell'ombra, a non uscire di casa, a non frequentare nessuno, a chiudersi nella sua ritrosia e nel lavoro, a sfuggire le prime, i parties» Ha collezionato premi. Tre Nastri d'Argento, Tre David di Donatello, cinque Nomination agli Oscar, Globo d'oro e tanto altro ancora per il professore che da venti anni insegna Creazione del costume al Centro Sperimentale di Cinematografia. Nel 2013 l'Academy of Motion Picture Arts and Sciences, che assegna annualmente i premi Oscar, ha deciso di conferirgli un premio alla carriera ma lui è rimasto a casa perché non ama gli aerei né le grandi kermesse. Il "maestro" dichiara: «Spoleto per me è sempre legata al ricordo della prima volta del mio sopralluogo al Teatro Nuovo. Un viaggio fantastico». E qui Tosi torna, perché lo ha chiamato la Fondazione Carla Fendi che dice: «Perchè Piero è un artista. Perchè ha ideato personaggi che sono scolpiti nel tempo. Perchè è l'unico Premio Oscar alla Carriera per i costumi. E perché è un grande e un amico». Il Festival e la mecenate mettono la sua arte a disposizione del pubblico.
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