Roma, in mostra l'arte pop di Pierbo tra mitologia e provocazione

Roma, in mostra l'arte pop di Pierbo tra mitologia e provocazione
di Sabrina Quartieri
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 29 Ottobre 2014, 11:35 - Ultimo aggiornamento: 4 Novembre, 22:58

Una collettiva di 12 artisti inaugura i nuovi spazi espositivi di Porta Mazzini a Roma. Organizzata da Plus Arte Puls e curata da Giuseppe Ussani D'Escobar, la mostra dal titolo "La Luce di Prometeo – Paradise Lost Paradise Regained by Milton" propone 30 opere ispirate al titano, alla sua fiaccola e alla ribellione di Adamo ed Eva al Paradiso Terrestre. Dal video alla fotografia, dalla pittura alle composizioni parietali più materiche, gli artisti si sono riuniti in un unico luogo per mostrare la propria identità culturale e di espressione. Tra loro, con tre opere esposte, è stato chiamato a partecipare anche Pietro Bottai, 40enne romano, in arte Pierbo.


Probabilmente non ci avrebbe mai creduto, se glielo avessero detto cinque anni fa, quando acquistò la sua prima tela.

Pierbo dipinge da allora. Prima scriveva poesie e si manteneva con altri lavori. In passato aveva anche provato a misurarsi con la prosa. Arrivato a pagina mille del suo romanzo però, ha pensato che sarebbe stato meglio smettere e ha lasciato perdere. Poi, una mattina è uscito di casa, ha comprato la prima tela e ha iniziato a fare quadri. Non conoscendo bene la tecnica, ma con tante cose da dire, per l'artista la pittura era un'esperienza nuova. Oggi, dopo cinque anni, Pietro vanta oltre 60 opere vendute.

Una di queste ha trovato casa nello studio di un famoso jazzista in California. In ogni quadro, come si legge nel suo sito (www.pierbo.com), Pierbo racconta "quello che sono...spesso". E' il suo modo per sentirsi accettato. Essendo autodidatta, l'artista parte da un'idea e usa la fantasia. Compone frasi ad effetto e le decora con materiali che rimedia in giro. Nei suoi dipinti Pierbo usa l'acrilico, tanto colore, specie se rosso o nero. Per realizzarli sceglie una pittura orizzontale. I temi ricorrenti nelle sue opere sono le sue passioni, come il cinema e la musica. Di genere pop art, numerosi sono i quadri con gli attori di "Fight club", Jimi Hendrix, Kurt Cobain e Bruce Springsteen.

Ma non sono da meno i dipinti più autobiografici, dove Pierbo rappresenta le sue sofferenze. Nella pittura questo artista ha forse trovato un alleato. Per lui, la tela bianca è lo spazio attraverso il quale gridare al mondo in modo provocatorio i suoi dolori di uomo. In uno dei suoi quadri c'è scritto "Io non ho un sogno se non quello di averne uno". Sebbene Pietro creda di averlo individuato (potersene andare "a quel paese" in una casa sulla spiaggia a leggere e a dipingere), ciò che ci tiene a sottolineare, è il fatto che non tutti possano permettersi di vivere un sogno fino in fondo. "Perché - avverte l'uomo pittore come se lo avesse vissuto in prima persona - la cosa che si desidera potrebbe avverarsi e poi bisogna essere in grado di sapersela mantenere".

Pierbo non ama essere definito un artista "maledetto". Con le sue opere, vorrebbe aiutare le persone che hanno problemi, come i bipolari e i bulimici, che spesso devono nascondersi. In un suo quadro dal titolo "Sam Matita", ad esempio, l'artista difende la persona grassa, quella che suda sempre, persino "per cercarselo e per rimetterselo dentro" e invita a diffidare dei magri (nel suo immaginario, coloro che non hanno problemi), che sudano solo in un caso, quando stanno per fotterti.

Pazzo per Springsteen, tanto da aver scritto la sua tesi di laurea sul cantante, "una schifezza", ammette, ma l'unico modo per finire l'università, il ritratto dei suoi desideri resta quello che Pierbo vorrebbe fare a Totti, per offrirlo in beneficenza. Per l'artista provocatorio dal cuore tenero (la sua prossima tela sarà un ufo che dice agli umani "col cavolo che scendiamo"), le cose stanno iniziando ad ingranare. Altro che vita e carriera "sconclusionate", come si legge in una frase di un suo quadro. Dopo la collettiva di Porta Mazzini, in programma fino al 23 gennaio 2015, Pierbo è già stato precettato, da fine febbraio prossimo, per una sua personale nelle sale di RistorArte di via Margutta con ben 35 opere. Ultima tappa in calendario, per ora, una mostra dell'artista a Milano subito dopo.