Nel bosco dei libri del futuro: piantati a Oslo mille alberi che diventeranno carta per cento volumi

Nel bosco dei libri del futuro: piantati a Oslo mille alberi che diventeranno carta per cento volumi
di Cristina Marconi
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Domenica 7 Settembre 2014, 16:42 - Ultimo aggiornamento: 16:52
LONDRA - Il prossimo romanzo di Margaret Atwood uscir solo tra 100 anni, quando ci sar abbastanza carta per stamparlo. Non carta qualunque, ovviamente. Quello che oggi un bosco di alberi appena piantati in Norvegia, a partire dal 2114 si trasformerà infatti in una piccola biblioteca di 100 volumi scritti ogni anno da autori diversi, tenuti segreti e stampati sulla carta del bosco in questione. Il progetto, pensato dall’artista scozzese Katie Paterson, si chiama “La Biblioteca Futura” e, per dirla con le parole della Atwood, «riporta dritto a quella fase dell’infanzia in cui seppellivamo piccoli oggetti in giardino, sperando che qualcuno li ritrovasse in un futuro lontano e pensasse: “com’è interessante questo pezzo di latta arrugginita, questo sacchetto di biglie. Chissà chi ce l’ha messo?”». La scrittrice canadese è la prima ad aver fatto propria l’idea della Paterson – «È il tipo di cosa in cui dici subito sì o no», ha spiegato al Guardian – e ad accettare di scrivere un romanzo di cui non leggerà mai le recensioni, di cui non saprà mai se piacerà o meno ai lettori, di cui non conoscerà mai i dati delle vendite. Verrà seguita ogni anno fino al 2114 da altri 99 autori che aspetteranno che i 1000 alberi della foresta di Nordmarka, alle porte di Oslo, siano abbastanza grandi per essere tagliati e diventare la carta sulla quale la loro opera verrà la luce.



LUNGIMIRANZA

“La Libreria Futura” richiede una certa lungimiranza, anche da un punto di vista organizzativo. Oltre alla trentatreenne Paterson (fino a quando sarà in vita), tutto sarà nelle mani del “Future Library Trust”, formato da editori, direttori editoriali e altri, tra cui Ion Trewin, direttore letterario del prestigioso Man Booker Prize. I membri cambieranno ogni 10 anni, ma spetterà a loro selezionare un autore all’anno per scrivere qualcosa per la Biblioteca Futura. Non ci sono regole: qualunque tipo di testo va bene, dal romanzo al saggio alla poesia. Il manoscritto verrà conservato in una stanza speciale della Nuova Biblioteca di Oslo, disegnata e costruita dalla Paterson con gli alberi che sono stati tagliati per fare spazio al bosco della “Biblioteca Futura”. Questa stanza sarà aperta al pubblico e potrà essere visitata, ma nessuno dei manoscritti potrà essere letto fino al 2114.



PALEO-ANTROPOLOGO

C’è più di una scommessa dietro il lavoro della “Biblioteca Futura”: viene da pensare che quei 100 libri potrebbero essere gli unici a essere stampati su carta nel 2114, e allora più che futura sarebbe una “Biblioteca del Passato”. Per questo motivo insieme ai manoscritti verrà conservata la tecnologia per stamparli su carta, che tra un secolo potrebbe essere ancora meno attuale di un grammofono oggi. Inoltre, come sottolineato dalla Atwood al Guardian, i lettori del 2114 forse avranno bisogno di un «paleo-antropologo» per tradurre I libri, perché «il linguaggio sarà diverso tra 100 anni». La scrittrice pluripremiata, autrice di L’assassino cieco e Il racconto dell’ancella, non ha voluto anticipare nulla del contenuto del suo scritto. «È parte del contratto, non puoi dire a nessuno quello che stai scrivendo», ha spiegato, raccontando di aver comprato della carta speciale da archivio per stampare la copia segreta del suo manoscritto, del tipo che tra 100 anni sarà ancora intatta. La Paterson ha invece descritto il suo lavoro come «un’opera d’arte vivente, respirante, organica, che si sviluppa su 100 anni» e che «vivrà e respirerà attraverso la crescita materiale degli alberi, di cui immagino gli anelli nei tronchi come i capitoli di un libro».



Oltre alla sala della Biblioteca di Oslo, infatti, per un secolo l’opera d’arte sarà nel bosco stesso, in cui il visitatore, secondo quanto spiegato dalla Paterson a Hypoallergenic, avrà la consapevolezza «della lenta crescita degli alberi che contengono le idee degli scrittori come un’energia invisibile». Il lavoro è parte di un progetto più ampio, lo Slow Space Bjørvika, commissionato da una società norvegese che si occupa di sviluppo urbano e dal collettivo di artisti britannici Situations. Al centro c’è il rinnovamento della zona del porto di Oslo e l’idea è di creare progetti sul lungo termine che richiedano il coinvolgimento di più persone nel tempo, come quello della Paterson: molti dei partecipanti alla “Future Library”, effettivamente, non sono ancora nati.