A Roma ritornano i colori e i profumi antichi della cucina azerbaigiana

A Roma ritornano i colori e i profumi antichi della cucina azerbaigiana
di Elena Panarella e Rossella Fabiani
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Giovedì 28 Novembre 2019, 15:08
Citato da poeti e scrittori sin dall’antichità, al nobile melograno l’Azerbaigian ha dedicato anche un festival che dal 2006 ogni anno si tiene nella cittadina di Goychay a quasi duecento chilometri da Baku, la capitale. E in questi giorni questo frutto prelibato si può assaggiare - in tutte le sue declinazione non solo al naturale, ma anche come accompagnamento di piatti a base di carne o pesce - in un ristorante di un importante Hotel di via Veneto.

L’occasione è la seconda edizione del Festival della cucina azerbaigiana che è stata appena inaugurata alla presenza di numerosi esponenti del mondo politico - con ampia rappresentanza di membri del governo e del Parlamento - economico, accademico e mediatico. A fare i saluti di apertura l’ambasciatore della Repubblica dell’Azerbaigian, Mammad Ahmadzada, che ha sottolineato l’importanza dell’evento capace di veicolare, attraverso la cucina, la conoscenza della cultura azerbaigiana in generale. L’ambasciatore ha poi passato la parola all’editore, Daniele Bosi, a cui si deve la pubblicazione della prima guida turistica in italiano interamente dedicata all’Azerbaigian. Manuela Traldi, presidente della Camera di commercio italo-azerbaigiana, ha invece descritto i rapporti economici, estremamente positivi, tra i due Paesi.

La serata è stata anche l’occasione per annunciare che il “2020 sarà l’anno della cultura dell’Azerbaigian in Italia”, come ha detto l’ambasciatore Ahmadzada, con un fitto calendario di eventi relativi al Paese caucasico nelle maggiori città italiane, dal mese di febbraio fino a dicembre del prossimo anno. Durante il festival - oggi e domani – si potranno assaporare i piatti della cucina azerbaigiana a cena con un menù a buffet, preparato dagli chef azerbaigiani giunti appositamente per l’occasione. Piatti a base di carne (Dolma, Gutab), riso profumato (Pilaf) e i tipici dolci della tradizione orientale (Pahklava).

Da non perdere anche i vini che si distinguono per gusto, colore e aroma. In Azerbaigian, la vinificazione ha una storia antica. Ma è soprattutto il tè a descrivere la cultura azerbaigiana basata su cordialità e accoglienza. Il tè accompagna sempre la visita, anche molto breve, di un ospite. Servito in piccoli bicchieri “armudu” in vetro, o anche in ceramica o argento, il tè viene sempre accompagnato con zollette di zucchero, dolci, frutta e marmellate e a volte viene aromatizzato con le spezie. Oggi il tè azerbaigiano proviene principalmente dalla regione di Lankaran-Astara e proprio nella città di Lankaran fu aperta la prima fabbrica di tè del Paese nel 1937.
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