Le mille facce del calcio, da Soriano a Neri Marcoré

Le mille facce del calcio, da Soriano a Neri Marcoré
di Gustavo Marco Cipolla
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Giovedì 16 Gennaio 2020, 09:58 - Ultimo aggiornamento: 09:59

Sogni di gloria, potere e divertimento condiscono come piccanti salse sudamericane il mondo del pallone nello spettacolo Tango del calcio di rigore prodotto dal Teatro Nazionale di Genova che, dopo il debutto nel capoluogo ligure, approda fino a domenica sul palcoscenico di via Merulana. La regia è firmata da Giorgio Gallione, che ha scritto anche la drammaturgia, strizzando l'occhio ai testi di Ryszard Kapuciski e Osvaldo Soriano, scegliendo come protagonisti Neri Marcorè, Ugo Dighero e Rosanna Naddeo, per la prima volta tutti insieme con i giovani Fabrizio Costella e Alessandro Pizzuto.
 

 


Si parte dalla finale dei mondiali del '78 quando in Argentina, allo stadio di Buenos Aires, i Paesi Bassi sfiorano la vittoria e il generale Jorge Videla vede il campionato quale mezzo di propaganda politica per offuscare le note vicende sulle Madres de Plaza de Mayo, le madri dei desaparecidos durante la dittatura militare. Accanto a lui in tribuna Licio Gelli, il suo venerabile confidente della loggia massonica P2. Tanti gli amici accorsi ad applaudire il cast e Marcorè, un ex bambino di quegli anni che cerca di ricostruire la realtà con episodi sportivi come la guerra del football tra Salvador e Honduras nel 69. Ecco Luca Barbarossa e la sua Ingrid, Daniela Scarlatti, Edy Angelillo, Gaia De Laurentiis con Ignazio Ardizzone, Alda D'Eusanio, Michele La Ginestra, Gianni Mazza, Nadia Bengala, Graziano Scarabicchi e Mara Santangelo, Gianni Clementi e signora, Valentina Chico. Poi Marco Galli, Fabrizio Angelini, Angelo Longoni ed Eleonora Ivone, Giancarlo Scarchilli, Massimo Solli e Francesco Foti. Aperitivo nel foyer. Fra gli ospiti Stefania Casini, Piji, Simone Colombari, Marco Guadagno, Mauro Mandolini, Leonardo Petrillo e Federico Mollicone, Nora Venturini e Savino Zaba. Il finale è da standing ovation grazie agli arrangiamenti di Paolo Silvestri sulle musiche di Astor Piazzolla, le scene di Guido Fiorato, gli effetti visivi di Aldo Mantovani. E gli spettatori gradiscono la tanghedia che mescola comicità e tragedia.
 

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